TEARS FOR FEARS  "Songs from the big chair"
   (1985 )

Erano passati da un album che li aveva, ingenuamente, messi nell’atlante del pop come una delle mille robe sintetizzate dell’epoca, e avevano fatto passare due anni – troppi, all’epoca – interrotti solo dall’emendabile singolo “The way you are”. Quando tornarono nei negozi, i sintetizzatori stavano uscendo di produzione, o solo modificando le proprie utilità, e loro capirono benissimo l’andazzo passando ad un adult-oriented-pop, se vogliamo chiamarlo così, alquanto azzeccato. Ci poteva essere il segnale di un piccolo spostamento di democrazia all’interno del duo (nel primo album i testi erano cantati, in perfetta par condicio, metà e metà, qui invece Roland ogni tanto strappa il microfono al compagno), ma intanto “Shout” spazzava via il rischio di essere visti come fuori moda: sei minuti di canzone, con la schitarrata finale che vede Orzabal, nel video, titaneggiare come un Rocky Balboa su una montagna. Non erano i soliti anni 80, e Tony Hadley poteva guardare la copertina di “Songs from the big chair” lamentandosi come lui passava ore dal parrucchiere per ottenere un effetto phonato mentre invece questi, forse, allo specchio nemmeno ci si erano mai guardati. Ma non ce n’era bisogno, perché anche qui si andava a perlustrare il mondo della psicanalisi (come già da titolo del disco e, soprattutto, della band stessa) con, riconosciamolo, un po’ di serenità in più rispetto al claustrofobico esordio. Anche qui singoli di grande successo, come “Everybody wants to rule the world” o la jazzata “I believe”, che proiettarono i TFF in uno strano limbo: non erano abbastanza belli per le teenagers, non erano abbastanza rock per i piani alti della musica ma, in una maniera o nell’altra, misero d’accordo tutti. Tranne Bob Geldof, che li accusò di aver fatto morire di fame non si sa quanti bambini etiopi per aver detto no al Live Aid. Disco comunque di grande successo, anche se forse, alla lunga, è invecchiato meno bene del precedente “The hurting”: avercene, comunque. (Enrico Faggiano)