PUNCK  "Piallassa (Red desert chronicles)"
   (2008 )

Milano - ''Deserto rosso'' è il titolo di un film di Michelangelo Antonioni, girato nel 1964. Nello stesso anno Adriano Zanni nasce. “Chissenefrega”, pensera’ qualcuno di voi, leggendo queste righe introduttive. Il “fine” gancio voleva essere una prova del file rouge che lega questi due personaggi, poiche’ Zanni (fotografo, sound designer, field recordist) è in arte Punck e il titolo del suo album, ''Piallassa'', è il nome della zona industriale, immersa in una vallata, in cui il capolavoro del Maestro Antonioni è stato girato. L’album consiste in una unica traccia da 71 minuti in formato “Cd gatefold sleeve” , ed e’ una altra perla preziosa del catalogo della Boring Machines, piccola grande etichetta indipendente del Nord Italia. La musica, elettronica e sperimentale, nasce da un sopralluogo dell’artista nelle location del film, tentando di carpire il mood e le atmosfere di quel 1964. Impreziosito dalla chitarra acustica di Aldo Becca, il disco crea una linea descrittiva ad innesti romantici. Punck mantiene una certa coerenza strutturale per tutta la durata del brano, con un climax in cui la parte fondamentale è affidata ad un campione di dialogo di ''Deserto rosso''. La parte più interessante è racchiusa tra il minuto “20:25” e “24:10”; qui, la musica sembra sparire, lasciando spazio al field recording di alcuni oggetti tintinnanti, forse lamiere e bottiglie di vetro di piccole dimensioni, sovrapposte al cinguettio di uccelli di varie specie. Il “rumore” non disturba affatto, anzi, arricchisce la sublime colonna sonora per le nostre orecchie. Anche la copertina è da tenere in notevole considerazione. Ha tutto: la serieta’, la irrequietezza, la nostalgia, l’atto di volontà e, certamente la “sedia rovesciata”. Il campione del film: “ma tu sei di sinistra o di destra?” - “come mai mi domandi una cosa del genere? Ti occupi di politica?” – “no, per carita, così”- “è come domandare in che cosa credi; sono parole grosse, Giuliana, che richiederebbero parole precise”. (Dr.Matteo Preabianca)