SCHILLER  "Atemlos"
   (2010 )

Soggetto pressochè sconosciuto in Italia, ma di grande successo commerciale in Germania e limitrofi, il progetto Schiller (dietro cui si cela il polistrumentista e compositore Christopher Von Deylen) arriva al sesto capitolo con poche novità. Lavoro come sempre straripante, "Atemlos" dimostra che Schiller non si risparmia, anzi, e di riflesso chiede risparmi ai propri fans. L'album, infatti, disponibile in svariate versioni che vanno dal luxe al deluxe al multideluxe eccetera, sommando le varie parti arriva ad un totale di quasi tre ore - tre ore - di musica. E la cosa, alla lunga, fa perdere un po' di incisività al tutto, che tra l'altro rispetto ai precedenti lavori vira sempre di più verso il soft, lasciando da parte quell'ottima mistura tra delicatezza e ritmica discotecara che aveva fatto le fortune dei "Weltreise" e dei "Leben". Si viaggia più verso i cieli che sui dancefloor, sempre in compagnia di vocalist d'eccezione: qui viene riscoperto Midge Ure, si rilancia l'ugola di Anggun, e per la prima volta si bussa anche in Italia, con la presenza di Odette Di Maio, e con l'esordio di un brano in Italiano, "Un solo minuto". Bello, certo, ma di dubbio peso specifico, dato che nessun tipo di promozione o tour del pur ramingo Schiller è previsto nel nostro paese. Comunque, una volta purgato da qualche episodio del tutto sperimentale (il terzo cd, completamente strumentale, ad esempio), da "Atemlos" si ottiene quasi tutto ciò che ci si poteva aspettare. Ovvero musica per lo spirito e per il cuore, senza cadere nelle banalità di certi passaggi chill out o lounge. Il problema, però, è cercar di capire la china che si sta prendendo, perché il confine tra le cose è più labile di quel che sembra, e tornare a far girare i bpm come ai tempi di "Glockenspiel", diventata un must discotecaro una decina di anni fa, diventa quasi necessario, per non rischiare lo sbadiglio. Che, pur riconoscendo la maestria di Von Deylen, in due ore senza particolari sussulti è dietro l'angolo. Avercene, comunque. (Enrico Faggiano)