KARENINA  "Il futuro che ricordavo"
   (2012 )

“Il futuro che ricordavo” è la dimensione di un tempo che non c'è, di un tempo che non ci sarà, di un tempo che probabilmente non c'è mai stato. È la nascita di ciò che c'era e il riproporsi di ciò che non abbiamo mai né visto né sentito, la palingenesi del passato al servizio di ogni stanza presente e futura, un cortocircuito umanotemporale. “Il futuro che ricordavo” è il primo disco dei Karenina e il secondo della band che fino a ieri è stata Triste Colore Rosa. Prodotto da Paolo Pischedda (Marta Sui Tubi), è un caleidoscopio di colori indie, pop e rock con forti venature autoriali, un ecosistema fatto di parole, melodie e rumore nel quale è presente, in tre brani, il violoncello di Mattia Boschi (Marta Sui Tubi). Cercando riferimenti si potrebbero fare i nomi più disparati, dai Sebadoh ai Radiohead passando per i Broken Social Scene, visti però con gli occhi pieni d'amore per la classica, per il classic rock e per Muddy Waters, con un orecchio rivolto anche al rock d'autore italiano e internazionale. Furore e raffinatezza, cinismo e poesia ancora una volta si sposano per questa nuova produzione dell'ensemble lombardo. I Karenina sono all'esordio, ma in realtà non lo sono: stranezze dovute a un cambiamento di stato, ma non di forma, a una ragione sociale che muta, ma che non altera le componenti fondamentali che danno vita a un progetto in pieno sviluppo da quasi due anni. Triste Colore Rosa è stata la crisalide dalla quale è nata la farfalla Karenina. Il processo, veicolato da un cambio di nome e ufficializzato a ottobre del 2011, è dovuto all'arricchirsi della musica del gruppo di sfumature nuove, in parte distanti dall'universo del precedente album “Scomparire in 11 semplici mosse”. Musica che prenderà forma completa nel disco “Il futuro che ricordavo”, in uscita a inizio 2012, anticipato dal singolo e videoclip “Colore”, già visibile su You Tube all'indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=Q_W2xfetV8M.