DANIELE FARAOTTI BAND  "Canzoni in salita"
   (2012 )

Si può mettere tutto in una canzone? “La canzone deve essere un mondo”... Una domanda e un concetto sembrano guidare la stesura dei brani. Daniele Faraotti, musicista di vasta esperienza, in bilico tra musica colta, indie e canzone d’autore, ci presenta il suo secondo album in studio dal titolo “Canzoni in Salita”, in uscita per Bombanella Records e che segue l’esordio “Ciò che non sei più” del 2008 e l’EP “Ciò che non sai più “ del 2009. Il sound della Daniele Faraotti Band, o DFB se preferite, è stato descritto come una particolare alchimia tra indie, rock, progressive e altre influenze eterogenee ed elaborate. Essenziale dal vivo, la band trova in studio molti spunti per ampliare e deragliare inaspettatamente verso suoni originali e sperimentazioni. La varietà sembra essere il filo conduttore ad una produzione eclettica e fuori dagli schemi, che guarda alla canzone come la forma ideale da plasmare liberamente per farla suonare sempre nuova. Una scrittura irruente a tratti drammatica, vicina agli Afterhours più incisivi; queste canzoni sposano contaminazione Area, Radiohead, Stravinsky, Gentle Giant, King Crimson, rivelando a più riprese lo stratificato background dell’autore. Un sound che è frutto di sessioni di registrazione e del clima creativo, rilassato e casalingo dello studio Bombanella Soundscapes, dove Davide Cristiani e DFB hanno registrato, mixato e masterizzato i brani che sono contenuti in “Canzoni in Salita”, dando alle canzoni una giusta forma e un suono più compatto e vario rispetto ai lavori precedenti. “Canzoni in Salita” ci sorprende con un sound, personale e coinvolgente, grazie anche al contributo dei molti ospiti (tra questi Valeria Sturba al theremin e al violino; Paolo Raineri e Luigi Zardi alla tromba e al flicorno; Marco Zanardi, al sax contralto, tenore e basso; Sara Cantelli al traversiere), ma soprattutto alla visione di insieme di Daniele Faraotti e agli arrangiamenti e al suono sempre diversificato. In questi brani gli elementi sgomitano giustapponendosi bruschi, tra contrasti e lontananze; la continuità non viene meno ma è ricca di sorprese.