SIMONE CRISTICCHI  "Fabbricante di canzoni"
   (2005 )

Nel 2005 Simone Cristicchi, atipico cantautore romano, a ventotto anni suonati debuttò sulla lunga distanza con questo pluripremiato album; trainato dal contagioso e ruffiano singolo “Vorrei cantare come Biagio”. L’ex-ragazzo ci sa fare, ed imbastisce un disco sufficientemente furbetto da accontentare tutti: dipana testi accattivanti su musiche decisamente interessanti e ben congegnate, costruendo (“fabbricando”, direbbe lui) canzoni orecchiabili quanto basta per rimanere impresse al primo ascolto. Tra una miriade di rimandi ed echi, “Fabbricante di canzoni” inciampa di rado in episodi scialbi, risultando comunque disco piacevole dalla prima all’ultima delle tredici tracce. L’allegro caravanserraglio dispensa a piene mani atmosfere ludiche e spunti bandistici (“La filastrocca della morlacca”, tra Caparezza e il Capossela più disimpegnato), reggae (“Senza”), accenni di rap (“Fabbricante di canzoni”), tentativi di lovesong mascherati dignitosamente (“L’isola”, “Questo è amore” in duetto con Sergio Endrigo) e ritornelli di facile presa (“Studentessa universitaria”). Pare di ascoltare a tratti Niccolò Fabi (“Sul treno”), talvolta il Silvestri burlone (il divertissement carioca di “A sambà”), o addirittura l’Elio più grossolano (il volgarissimo ma divertente raggiro di “Ombrelloni”). Cristicchi riesce benino in tutte le specialità: orchestra bene le musiche, spesso in minore, arricchendole con arrangiamenti azzeccati e corredandole di contrappunti strumentali gradevoli (soprattutto le parti di fisarmonica), sebbene la mancanza di ricchezza lessicale dei testi finisca per svilire leggermente il prodotto finale. Resta comunque un autore intelligente, che da lì in poi non mancherà di riservare qualche sorpresa e qualche altra buona canzone da ascoltare sotto la doccia, in macchina, in spiaggia. Bravìno, per nulla indispensabile. (Manuel Maverna)