DAVID TETARD  "Mes dix doigts"
   (2005 )

David Tetard è un garbato, atipico chansonniere francese giunto a (poca) notorietà grazie all’appoggio ed al sostegno di Gaetan Roussel dei Louise Attaque, che lo volle come apripista per una buona serie di concerti nel 2005. Le sue sono piccole, deliziose canzoni di pochi minuti nelle quali riesce a sintetizzare mirabilmente cantautorato intimista ed accenni di rock e new-wave in salsa minimalista, piccole composizioni che David porge con grazia mai invadente in un registro vocale rauco e strozzato, certamente non ascrivibile al bel canto. Accanto a brani essenziali, vicini al folk acustico più scarno e cantautoriale, si ergono con una intima maestosità tracce che rimandano alla dark-wave britannica, pezzi che deflagrano come schegge riecheggiando le atmosfere trasognate e malinconiche che fecero grandi – ad esempio - i Cure: l’opening (“Au bord de l’O”) è una canzone a suo modo perfetta, una sorta di bizzarro twist elettrico nel quale si intrecciano svariate linee armoniche (pregevole quella del basso) su un drumming forsennato che produce un effetto vorticoso, ripreso dall’up-tempo sfrenato di “T'arracher un cheveu”, e placato nella ballata notturna e squadrata di “Ronde et plein”, di nuovo riattizzato nel riff incendiario di “Les sentiments” e risolto nello spleen terribilmente british di “Le samedi soir” (di nuovo un twist) che sfreccia melanconica su una cadenza à la “Boys don’t cry”. Il resto del disco si avviluppa invece su bozzetti appena accennati più prossimi al cantautorato francese, dalla title-track allo shuffle indolente di “Je ne vois que toi”, fino alle morbide, sommesse confessioni di “Encore une fois” e “Mes adieux”; la voce di David Tetard rimane poco più di un sussurro, un venticello di primavera che accarezza senza infastidire, un soffio confidenziale che diventa musica gentile per un ascolto riposante, ritemprante, benefico. (Manuel Maverna)