IVAN GRAZIANI  "Viaggi e intemperie"
   (1980 )

Questo 1980 gli ha portato davvero tanta fortuna. Addirittura un primo posto in classifica con la canzone FIRENZE (CANZONE TRISTE). Cosa abbastanza strana per un personaggio atipico come era Ivan. Già il luogo di nascita sta a dimostrare che non era certo uno qualunque. C’è chi nasce a Roma, chi a Milano etc: lui è nato su un traghetto tra Olbia e Civitavecchia! Almeno così vuole la leggenda. Altrimenti potremmo dire che è nato "tra i sassi di Teramo" nel 1945, ma fa meno effetto. Finita l’estate Graziani ha visto aumentare il suo personale quoziente di gradimento ed è riuscito a riempire gli stadi in un’annata nella quale sono andati desolatamente deserti, a parte qualche nome. Dagli Anonima Sound, gruppo con il quale esordisce nel 1967, al contratto con l’etichetta di Battisti e Mogol. Battisti ama questo personaggio un po’ pazzo, forse perché loro sono simili in tante cose. Entrambi controcorrente sia politicamente sia musicalmente, entrambi amanti di sonorità che vanno dalla musica americana degli anni quaranta ai Beatles. Il bisogno di spaziare il più possibile e la sperimentazione artistica fanno di Graziani un grande personaggio della musica italiana e forse (anche lui) non ha avuto quanto gli sarebbe veramente spettato. VIAGGI E INTEMPERIE è il quinto album in sei anni, un disco al di fuori del conformismo musicale, sempre ai limiti tra paradosso e realtà. Il brano guida naturalmente è FIRENZE, che racconta una storia d’amore sfortunata ruotante intorno a tre personaggi che vivono in una città non loro per ragioni di studio. Una canzone molto bella che grazie ad alcuni quadretti musicali ben congegnati e illustrati (non per niente Ivan Graziani era un ottimo vignettista e caricaturista!) riesce a dar vita a questi personaggi di fronte ai quali l’ascoltatore può davvero immaginarsi d’averli lì davanti o di trovarsi a Ponte Vecchio nel momento in cui la lei della storia getta a fiume i suoi disegni con l’intenzione di tornarsene a casa sua ('io sono nata da una conchiglia... la mia casa è il mare, con un fiume non la posso cambiare'). La storia si dipana in un continuo dialogo tra lui e il Barbarossa, soprannome dello studente di filosofia irlandese, rimasti senza la persona contesa. E quando anche il Barbarossa se ne tornerà in Irlanda con la sua laurea in filosofia, non ci sarà davvero più nessuno a parlargli di lei, come se non fosse mai esistita. Davvero un riscatto immediato, questo singolo, dal precedente (AGNESE) di grosso successo ma di forte somiglianza con A GROOVY KIND OF LOVE, brano inglese degli anni sessanta (praticamente identico). (Christian Calabrese)