DELLERA  "Stare bene è pericoloso"
   (2015 )

Esce il 15 gennaio 2015, per l'etichetta MARTELABEL con distribuzione Goodfellas/ Believe, “STARE BENE E’ PERICOLOSO”, il nuovo album di inediti di (ROBERTO) DELLERA, performer e bassista degli Afterhours, che arriva a distanza di quasi quattro anni dal disco d’esordio “Colonna Sonora Originale”. “STARE BENE E’ PERICOLOSO” (da cui è tratto anche un videoclip) è un disco di rock'n'roll e, in quanto tale, contiene vari elementi: dal pop al rock, dalla psichedelia, al folk e al jazz ma soprattutto lo spirito della musica popolare moderna. In questo lavoro - secondo della sua carriera solista - DELLERA si presenta in modo diretto e libero, raccontando l’ambiente che lo circonda e le complessità che lo caratterizzano: dall’eccesso di informazioni a quello di certezze. Nei temi affrontati nell’album c’è anche Internet, mezzo di comunicazione per eccellenza che domina i nostri tempi, che, da strumento di libertà, si è trasformato in strumento di controllo e omologazione. Proprio per prendere le distanze da questo scenario, l’intero lavoro è permeato da un’”anima sci-fi”: “la fantascienza mi ha dato la possibilità di parlare liberamente attraverso un altra persona, “un alieno” o “un astronauta” – racconta Roberto – “usando un escamotage di spersonalizzazione tipico del rock’n’roll”. Il “distacco” dal contemporaneo da parte dell’artista si percepisce anche nel sound proposto: personale e di grande impatto emotivo, ispirato alle sonorità british degli anni ’60 e ’70. Il disco contiene i due singoli diffusi nel corso dell'ultimo anno: “OGNI COSA UNA VOLTA”, inserito nella colonna sonora del film “Senza Nessuna Pietà”, prodotto e interpretato da Pierfrancesco Favino, presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e “STARE BENE E’ PERICOLOSO”, uscito lo scorso 19 dicembre. Si parte sempre con gli amici a parlare di sé, e “La canzone di Jimmy” è una piccola suite autobiografica (dedicata e pensata per l’“Angelo Mai“ di Roma) che apre il disco, dove hanno collaborato con l’artista i “fratelli”, “pittori e scultori”, Rodrigo D'Erasmo, Enrico Gabrielli, Lino Gitto, Andrea Pesce e Roberto D'Azzan. “Stare bene è pericoloso” è la seconda traccia e title track dell’album: “è un pezzo che gioca ad inventare immaginari sonori “s-campati” in aria e nello stomaco, immaginando Luigi Tenco prodotto da David Bowie…” (C'è un immagine di me/Che viene dal passato/E mi fa sentir cosi'/ Un uomo duplicato/Forse farnetico/ Siamo in pericolo/ Se stiamo bene/ Se non siamo noi/ Fai una scelta con me/ Sei una scelta per me). Con il pretesto di un viaggio “onirico” l’autore coglie, ne “La Repubblica dei Desideri”, l’occasione per definire il proprio posto nel mondo, un posto ideale nello spazio e nel tempo (La Repubblica dei desideri/ dove i mari non dividono ma uniscono/ un posto mobile senza padroni). Nel disco anche due pezzi in lingua inglese: “Maharaja” e “The Costituition”. Quest’ultimo è stato registrato In Inghilterra e ispirato al sound dei Beach Boys e Thee Oh Seas. “Maharaja” è la traccia dell’album con il sound preferito da DELLERA, dove la componente “suono” è “ossessivamente fondamentale”. Il brano, scritto qualche anno fa da Jason Endson ma mai pubblicato, è tornato in testa a Roberto che lo ha completato così come gli sembrava naturale, couadiuvato dalle percussioni e tropicalia di Fabio Rondanini, dagli archi orientali di Rodrigo D'Erasmo e dalla mano ispirata e sensitiva di Andrea Pesce al “mellotron”. Il featuring del brano è di Nick Chester, ex frontman degli australiani Jet! E’ in brani come “Satellite in orbita”, con la sua “visione panoramica e distaccata”, e soprattutto come “Siamo Argento”, che emerge lo spirito sci-fi del disco. In “Siamo d’argento (Padre del cielo)” un alieno in visita sulla Terra nel ripartire lascia un suo pensiero e qualche osservazione. È la canzone con l’accezione più spirituale del disco: “volevo correre un rischio su un tema messo da parte di questi tempi, proprio in un Paese dove della spiritualità si fa un uso televisivo e popolare ma con scarso impatto, ed allora ho detto quello che penso a riguardo tramite l’osservazione di chi vede questo mondo da fuori”. Nel disco non ci sono brani che lo rappresentino concettualmente in maniera assoluta, ed anche uno “stomp” dal testo sarcastico e dal sound rumoroso ed isterico per ballare durante i concerti, come “Testa Floreale”, si integra con le altre canzoni, fino a completarsi a vicenda perché “portatore” di quelle esplosioni di stizza e rabbia che caratterizzano l’intero progetto. In “Non ho più niente da dire”, scritta in un momento in cui sembrava che tutti intorno avessero idee chiare, soluzioni e certezze, emerge come questa fermezza in realtà celi la grande insicurezza che domina il nostro tempo; la risposta dell’artista è un testo un po' “Canzonissima '69”, arricchito dalla preziosa voce e dalla verve di Rachele dei Baustelle, una vera “kindred soul”. Il brano “Ogni cosa Una Volta”, pezzo dalla ritmica ritmica brit, dalla narrazione semplice ed immediata, è stato l'inizio del percorso del nuovo disco, partito proprio con la collaborazione con Michele Alhaique e Pierfrancesco Favino e colonna sonora al film “Senza Nessuna Pietà”, uno struggente noir all'italiana. Il disco si chiude con “Un ultimo saluto (L'addio)” che racconta una fine, un vero e proprio addio dell’artista a qualcosa, a qualcuno o a una situazione terrena, pensando a Pasolini nella seconda parte (Quando è il momento lo sai/ Il business impreca guai/ preserva quel che serve di più se questo è un addio/I love you). Questo di DELLERA è un disco dove le canzoni, nell’integrarsi, creano un immaginario sonoro ed emozionale definito; nelle intenzioni dell’artista c’era un’“operetta rock n’roll” che, per questioni di tempo, risulta incompleta, ed è per questo che vorrebbe, entro l'anno, pubblicare un altro disco che includa almeno tre degli altri brani rimasti fuori da questo progetto.