MAPUCHE  "Autopsia"
   (2015 )

È possibile ascoltare in anteprima su XL di Repubblica il secondo album del cantautore Enrico Lanza, in arte Mapuche (dopo “L’Uomo Nudo” del 2011 e l’ep “Compreso il cane” di inizio 2014), dal titolo “Autopsia” ( Viceversa Records/Audioglobe), in uscita in tutti gli store digitali il 24 febbraio. Questo il link diretto: http://xl.repubblica.it/brani-musicali/mapuche-il-nuovo-album-in-streaming/17153/. Registrato presso Casa Maggio da Alessandro Fiori, e presso Phantasma – Recording and Production Studio (Ragusa) da Carlo Natoli, con la produzione artistica dello stesso Alessandro Fiori, “Autopsia” è un disco che segna un passaggio rituale, una metamorfosi dell’autore rispetto ai precedenti lavori: scarno, schivo e scomodo, nei testi e nelle musiche, che lascia spazio ad ogni personale forma di fantasia, introspezione o autopsia. Mapuche, autore dei testi e delle musiche, racconta così il suo secondo album: “Avevo in mente di fare un disco molto diverso da ''L'uomo nudo'' (primo Lp Viceversa Records 2011). Prima ancora che finissi di completare le canzoni sapevo che ''Autopsia'', con o senza l'articolo davanti, sarebbe stato il titolo del disco. Sapevo anche che volevo evitare o fare a meno di certa leggerezza che contraddistingueva il precedente album; i brani nuovi, erano più complessi e ricercati, oltre che più dolorosi. Serviva un produttore artistico in grado di poter dare la giusta veste alle canzoni. Tra i papabili, Alessandro Fiori era senza dubbio il più indicato: cantautore e musicista di spiccata sensibilità, personaggio abbastanza atipico anche nei modi, mi piaceva molto”. Carlo Natoli (Gentless3) è ospite in alcuni brani (basso nel brano “Bassifondi” e chitarra elettrica in ““La responsabilità civile dello chef”) assieme a Sebastiano Cataudo (batteria in “Son finito nel tuo armadio”), Enzo Velotto (batteria in “Primo Discorso”) e lo stesso Alessandro Fiori (cori, violino, glock, synth. Voce nel brano “Secondo Discorso”)”. Mapuche “gracchia” a squarciagola sensazioni e motivazioni del contrasto che vive e che vede tutto attorno a sé. In bilico tra la più nobile tradizione del cantautorato “alt(r)o” – Stefano Rosso, Giurato, Lolli – e l’avanguardia impetuosa e urlatrice, Mapuche reinterpreta la forma canzone in un marasma di metafore e dissonanze, soavità melodiche ora sussurrate poi ragliate e declamate.