EDOARDO BENNATO  "E' arrivato un bastimento"
   (1983 )

Il disco di Bennato per il 1983 consta di due vinili al prezzo speciale di 13.500 lire. Nel primo ci sono dieci canzoni, nel secondo due soli brani. Un maxi single. In più un libretto di 16 pagine con disegni e testi. Un vero e proprio fumetto che racconta in breve il disco. Terza favola, dopo quelle di Pinocchio e di Peter Pan. Stavolta tocca al pifferaio magico, quello di Hamlin. C'è una città divisa tra sopra e sotto. Sopra ci sono i potenti, che tengono a bada la gente grazie alla tv, e sotto i diseredati e quelli che non vogliono farsi ipnotizzare dai media. Il capo della città di sotto è un personaggio di un certo livello della città di sopra, un consigliere comunale. Da qui si sviluppa la favola che conosciamo con alcune aggiunte dell'autore. Il disco si apre con la title track dell'intero concept album dal titolo E' ARRIVATO UN BASTIMENTO. Un rock tirato, con un tappeto di chitarre consistente. Proseguendo oltre troviamo un bellissimo pezzo, forse il più famoso dell'intero lavoro, dal titolo OGNI FAVOLA E' UN GIOCO, che riporta alla mente il Bennato del periodo 1978-1980, quello legato alle fiabe come metafora del mondo attuale. In questo caso non propriamente nei testi ma nelle atmosfere musicali, molto piacevoli e ben congegnate. Un altro titolo richiama subito alla mente un successone del 1963, BE MY BABY, ed ora è SARA' FALSO SARA' VERO. Bennato ha sempre giocato con formule musicali appartenenti al passato, specialmente quel passato a cavallo tra la fine dei Cinquanta e gli inizi dei Sessanta, che lo vedeva adolescente. Terzinati, rock'n'roll e arrangiamenti ad hoc si sono sempre incontrati nei suoi dischi (VIVA LA MAMMA, del 1989, ne è forse l'esempio più calzante). La canzone che chiude la facciata B si intitola giustamente LO SHOW FINISCE QUA ed è ancora una volta un omaggio alla musica di quegli anni. Il maxi presenta sulla prima facciata SPECCHIO DELLE MIE BRAME, quasi una rivisitazione della sua CANTAUTORE. Nella seconda, invece, IL GATTO MANGIA IL TOPO, altro "revival" mixato ad una specie di reggae alla buona. Il refrain originale ritorna ad ogni puntualizzazione del ritornello. (Christian Calabrese)