NUMA  "Il periodo"
   (2015 )

Ascoltando Numa pensi subito ad un pazzo, liberato improvvisamente dopo anni di manicomio. Questo vuole essere un complimento e non un insulto. Ora forse è meglio che spieghi. Innanzitutto lanciarsi nel marasma musicale di oggi, proponendo un progetto rock-heavy metal in italiano, non è da tutti. Qualcuno direbbe che si tratti di una scelta discutibile, io opto invece per gli aggettivi 'coraggioso' e 'alternativo'. L'idea che mi sono fatto in questi ultimi anni del panorama underground italiano è che, inizialmente, abbia di certo portato una ventata di aria fresca, ma poi, come spesso succede, si è arrivati all'esasperazione attraverso la nascita di mille band fotocopia, che senz'altro non hanno giovato alla creatività. Sono arcistufo di ascoltare band che mettono davanti a tutto un testo intellettuale, cercando di insegnare qualcosa a chi ascolta. Autori che leggono libri di filosofia e ne fanno una recensione attraverso una loro canzone. Scusate lo sfogo. In Numa tutto questo non c'è. Nei suoi pezzi emergono soprattutto rabbia, schiettezza e semplicità del messaggio. Insomma, prerogative di un rock che non esiste più. Se devo trovare un limite a questo artista è il cercare di emulare un pochino il primo Piero Pelù, quello dei Litfiba agli albori, per capirci. Da buon fiorentino, non sarà stato sicuramente facile isolare questa influenza e quindi possiamo, per una volta, passarci sopra. Canzoni come “Hai ancora il coraggio di chiedermi” o il primo singolo/videoclip “Un tuffo all'inferno” sono un ritratto chiaro e spietato della nostra società, dei nostri tempi. Il tutto fatto con occhio davvero attento e critico al punto giusto. Tutto l'album ruota attorno a questo sentimento di sfiducia e di denuncia verso quello che non piace, che non funziona. Difficile prevedere se questo artista farà strada o meno. Purtroppo questi non sono tempi favorevoli a fare emergere un modo di porsi così deciso. Il mio augurio è quello che Numa ci riesca, ma soprattutto quello di ostinarsi a procedere su questa strada, senza seguire le tante tentazioni musicali di oggi. Promosso! (Davide Vittori)