SNOW IN DAMASCUS  "Dylar"
   (2015 )

“Dylar” è il primo disco degli Snow In Damascus, ma è anche un medicinale, con la proprietà caratteristica di poter alleviare il terrore della morte, nel libro “Rumore Bianco” di Don DeLillo. È proprio da qui che prende le mosse il primo capitolo d’una carriera avviata all’insegna dell’originalità: loro si definiscono “folktronica”, nei fatti è folk/rock che incontra industrial, new wave e, chiaramente, tanta elettronica. Gli Snow In Damascus hanno prodotto un sound certamente complesso, capace di evocare scenari post-apocalittici. La band sembra subire il morboso fascino delle catastrofi, e lo mette in musica con una consapevolezza rara per una band che muove i suoi primissimi passi. È un album che forse pecca un po’ in equilibrio, un po' assente a causa dello scarto fra i pezzi migliori e quelli meno riusciti, ma che dice già tanto in prospettiva futura e non solo, perché “Dylar”, nei suoi molteplici significati e nelle sue mille sfaccettature, è un disco globalmente molto buono. Gli scenari cupi e velati di mistero sono richiamati in copertina ed emergono già dalle primissime tracce, come l’ipnotica e oscura “This Room”, o come nella seconda, “In The Opposite Way”, con un rock contornato da punte d’elettronica e new wave. Ottimi pezzi sono anche “Tide”, e pure “Mine”, coi suoi tappeti di synth: entrambi offrono soluzioni arzigogolate, designano territori dai confini frastagliati e regalano atmosfere molto particolari, caratteristiche di una band da cui è lecito aspettarsi tantissimo già in un futuro prossimo. (Piergiuseppe Lippolis)