MOSE' SANTAMARIA  "#RisorseUmane"
   (2015 )

Di questo disco diverse cose mi incuriosivano, prima ancora di ascoltarlo. Mi incuriosiva giā il nome dell'autore, Mosč Santamaria, ovvero l'incontro abbastanza improbabile tra la cultura ebraica (Mosč č per gli Ebrei il "rav", il rabbino per antonomasia) e quella cristiana (Maria č infatti venerata come "Santissima Madre di Dio" sia dai cattolici che dagli ortodossi, che la onorano del titolo di Θεοτόκος, Theotókos, che letteralmente significa "colei che genera Dio"). Mi incuriosiva, poi, ancor di pių la presentazione di questo disco, che prima ancora dell'uscita veniva definito sul web "il disco d'esordio del cosmico cantautore pop che porta Gurdjieff e Jodorowsky in un bar di provincia". Al di lā dell'appellativo "cantautore cosmico" (affibbiato in passato a proposte talmente diverse tra loro da finire per apparire improbabile, da David Bowie a Tommaso Cappellato ed ai suoi Astral Travel, fino ai Pink Floyd ed al loro "drone" italiano Dario Antonetti), trovavo davvero singolare la citazione di due personaggi attualmente ben poco "mainstream" come il filosofo armeno Georges Ivanovič Gurdjieff ed il poeta-scrittore cileno Alejandro Jodorowsky. Ci vuole un bel po' di coraggio, in un'epoca mordi-e-fuggi come quella che stiamo vivendo, in cui i modelli riconosciuti dalle nuove generazioni sono le veline ed i tronisti, nel proporsi con citazioni "alte" come quelle appena nominate. Oggigiorno fa pių cassetta, di certo, evocare come numi tutelari Maria De Filippi o Fedez, per ottenere clamore o rispetto. Probabilmente, di tutto questo, a Mosč Santamaria gliene frega molto poco: dell'essere mainstream, "alla moda". L'unica concessione ai "tempi moderni" (nel senso pių deteriore del termine) č quell'hashtag davanti al titolo "#RisorseUmane". Per il resto, ciō che troverete nelle 9 canzoni contenute in questo disco č, semplicemente, il mondo di Mosč Santamaria, punto e basta. E quindi la domanda basilare diviene un'altra: ne vale la pena, alla fin fine, di approcciarsi ad un mondo cosė strano, particolare e, in fondo, "fuori moda" come quello di Santamaria? Assolutamente sė. Perché questo č un ottimo disco, pieno zeppo di idee ma ancor pių di rivelazioni, musicali e testuali. Perché Mosč Santamaria č, evidentemente, una persona intelligente, e, da musicista intelligente, non ha nascosto nelle proprie composizioni le strade percorse per arrivare fin qui. Non ha nascosto l'amore per Battiato e Camisasca, come per Talking Heads, Depeche Mode e Cure, ma nemmeno per l'italico new pop-rock di Garbo, Delta V, degli indimenticabili Madreblu come dei Non Voglio Che Clara: non a caso il disco č stato affidato alle mani di Martino Cuman, bassista-tastierista di questi ultimi. Ma, invece di citare letteralmente tutti questi amori, Mosč li ha fagocitati, digeriti ed elaborati, per poi proporre una sua personalissima miscela, che non ha parenti prossimi nell'attuale musica. "Mata Hari", "Mine vaganti", pure la strana "Compromessi e chiacchiere da bar", ma soprattutto il primo singolo "I love you marzano" sono piccoli gioiellini synth-pop, tutt'altro che banali. E, quindi, decisamente consigliabili. Di quanta musica attuale potreste dire altrettanto? (Andrea Rossi)