WE ARE WAVES  "Promixes"
   (2016 )

E’ ormai prassi abbastanza comune quella di far seguire ad un album “ufficiale” una conseguente uscita basata sui remix dei brani del disco, che forniscono quindi una nuova veste, e di conseguenza una nuova chiave di lettura, agli episodi iniziali. Episodi che così divengono, spesso e volentieri, parenti davvero lontani rispetto alla versione iniziale. Ecco, tutto questo NON è “Promixes” dei We Are Waves. Che segue sì l’uscita del secondo album della band “Promises” (uscito a maggio 2015), “storpiandone” il titolo come succede (appunto) nelle “normali” edizioni remix, ma è tutt’altro: è, a tutti gli effetti, un nuovo disco per l’ensemble torinese. Che (questo è innegabile) ha in effetti preso i brani di “Promises” con l’intento di stravolgerli e dar loro nuova vita: ma l’ha fatto in maniera completamente diversa rispetto all’idea stessa dei normali remix. I brani sono stati ripensati e, soprattutto, riproposti dal vivo in vesti del tutto diverse dagli originali (e pure in versione differente come line up della band, vale a dire solo con Fabio Viassone e Cesare Corso, in luogo della consueta formazione a 4), subendo quindi modificazioni continue ogni volta che venivano suonati live, fino a divenire tutt’altra cosa. Solo a quel punto i brani sono stati registrati nuovamente in studio, divenendo ciò che ora è ascoltabile su questo “Promixes”: che può anche contare su un inedito, vale a dire la cover (ovviamente più che stravolta) di “How soon is now?” degli Smiths, così perfettamente (e sorprendentemente) inserita nel contesto da apparire, in tutto e per tutto, un brano dei We Are Waves. Sarebbe stato molto più facile arruolare alcuni remixers alla moda, affidargli i brani del “vecchio” album, e chi s’è visto s’è visto; ma, evidentemente, ai We Are Waves la vita facile non sta molto simpatica, meglio, molto meglio complicarsi la vita. Anche perché dalle complicazioni, e dallo “sbattimento” necessario per superarle, spesso nascono i figli migliori. Così è, anche in questo caso. (Salvatore La Mazzonia)