VERTIGINE VERSUS  "Hai paura del vuoto?"
   (2016 )

Quali sono le sorprese più grandi nella scena musicale italiana degli ultimi dieci o quindici anni? Sono poche, certo; ma sono di valore. Quali sono, dunque, i momenti più alti di questo primo, minuscolo scorcio di millennio? Andando in ordine cronologico le principali tappe sono, a mio modo di vedere e semplificando, le seguenti. I Baustelle hanno iniziato la loro storia con due LP straordinari, dimostrandoci che si possono scrivere ancora testi di qualità eccelsa; gli Offlaga Disco Pax, con il loro ''Socialismo Tascabile'', ci hanno mostrato che certe riprese della new wave possono essere ancora originali e sensate; i Verdena hanno già concepito alcuni capolavori, ''Wow'' su tutti. Iosonouncane, con ''Die'', ci ha spiegato cosa significhi essere un cantautore nell’età dell’elettronica, ma non ha paura di essere accompagnato, talvolta, soltanto da una chitarra (il tour acustico che ha intrapreso lo scorso anno lo dimostra) e di dare luce a un concept album complicatissimo negli arrangiamenti e nei testi. I Thegiornalisti sfornano il pop migliore della penisola già da diversi anni, e con ''Fuoricampo'' hanno, a oggi, disegnato il loro capolavoro. Ma del rock, quello più classico, cosa resta? I Vertigine Versus, con questo nuovo lavoro, provano a rispondere alla domanda. Il gruppo ci propone del rock una propria versione, presente e viva, non sempre originale ma convincente e in costante evoluzione. E questa versione ci soddisfa. ''Hai Paura del Vuoto?'' è più simile a un EP che a un mini-album (solo 5 brani per circa 18 minuti di musica). Vi è tratteggiata una storia di amori mal corrisposti, malumori, alienazione e paure. Le chitarre appena distorte e i ritornelli orecchiabili sono gli indiscussi protagonisti del progetto; gli obiettivi contro cui si scagliano i testi sono la superficialità del mondo di oggi, la ricerca di successo ad ogni costo tramite i social network, le dipendenze, che non sono altro che un modo per nascondersi da sé stessi e dagli altri e per non affrontare i problemi che si hanno davanti. Le melodie piacevoli non scompaiono mai, anche nei momenti più duri, e la voce è perfettamente integrata nell’atmosfera, che in alcuni tratti ricalca sonorità post-grunge. Recentemente sono stato al concerto dei Diaframma al Bronson di Ravenna. Federico Fiumani e i suoi hanno dedicato la prima parte del set all’intera riproposizione di ''Siberia'', il loro capolavoro d’esordio, del 1984. Ho pensato che da allora in Italia, all’interno di quel genere, non sono state prodotte molte altre grandi prove. E negli ultimi anni – credo – si sente l’assenza di una nuova band di quello spessore: un gruppo classico, che proponga “semplicemente” dischi rock e concerti ancora più rock, un gruppo che sul palco si diverte e si scatena. Questo buonissimo disco dei Vertigine Versus potrebbe essere la direzione giusta: il materiale è grezzo, ma non per questo banale. Anzi: emoziona e sa arrivare dritto alla pancia. Da qui può nascere un percorso vincente. I semi sono stati gettati, le premesse sono ottime. (Samuele Conficoni)