SIXTYNINE  "Denti"
   (2017 )

Gronda di parecchi spunti interessanti questa mezz’oretta d’esordio dei Sixtynine, band derivativa dei Bananas from Space, che ha saputo con le tracce di “Denti” affilare l’invettiva verso biechi sentimenti che fan tirare il freno a mano all’agire umano, dalla gamma delle dipendenze tutte all’inguaribile voglia di sterzare verso nuovi orizzonti da perseguire, falciando l’erbaccia della rassegnazione che porta al de profundis della socialità, condannando le anime all’alienazione solitaria. C’è sì rabbia in “Denti”, ma ci sono anche otto finestre di fuga, dalle quali si può tentare l’evasione, lasciandosi alle spalle deleterie sensazioni che portano al nulla. Basta ispirarsi all’introduttiva chitarra Nirvaniana di “MI sveglio” per capire sùbito l’antifona della band, la cui matrice grunge-rock vi seguirà nell’ascolto e vi riserverà anche piccole sorprese. Come “Né sangue né corpo”, dal doppio volto stilistico, tra riffs docili e fragori di sano fervore. Altro giro, altra corsa per “Seropram”, rasoiata di rock-punk di grande effetto a velocità trascinante. I Sixtynine hanno, inoltre, acume tattico chiamando The Winstons a impreziosire il singolo “Ruggine”, e cercano di ritagliarsi un po’ di calma, senza riuscirci, poiché l’indole del quartetto non sa tenersi dentro neanche un rospetto. Ma l’appuntamento con le ballate è rimandato di poco, con “Perdonare” e “Dentro”, le cui lame sonore si riposano per far emergere le sagge intenzioni della band di non intestardirsi su ritmi esclusivamente serrati. E, per indurci ad un cambio di vita, fan brillare (nel duplice senso…) il grido di “Salvami”, l’episodio migliore dell’album, con le chitarre assolute protagoniste di sontuosità sonore e finale da brivido. Ancora non sazi della varietà elargita fin qui, condiscono la chiusura di “Un altro muro” con anomale svisate che conferiscono al pezzo un sapore orientaleggiante. Spicca, in questo lavoro, l’abilità dei Sixtynine per la minuziosa cura dei suoni acustici, che sanno ben integrare con la muscolatura dell’insieme: e, se non perderanno di vista la completezza compositiva fin qui proposta, continueranno a fornire un bel contributo per rinverdire i fasti del rock nostrano. Siamo solo all’inizio: se il buongiorno si vede dal mattino… (Max Casali)