CARLO VALENTE  "Tra l’altro"
   (2017 )

E’ appena uscito “Tra l’altro” il disco di debutto di Carlo Valente, vincitore nel 2015 del premio “Duel-Cantautori a confronto”. Il disco del giovane cantautore di Rieti si apre con “Sto giocando”, un brano vivace e fluido che è un’esaltazione dei valori semplici, dei bei sogni che si fanno con la propria ragazza e si parla di abitare insieme, di cercare una casa, una dimensione propria, e di costruire senza fretta questi sogni nel mondo reale. L’arrangiamento è efficace e colorato di una dimensione acustica leggera e romantica. Molto più soffusa è la seconda traccia “Clamoroso al Cibali”: la fisarmonica è un nuovo personaggio che dà il benvenuto all’ascoltatore portandolo a spasso dentro a questa canzone che sa di passeggiata notturna. E’ incisivo il testo e pure l’andamento melodico che risulta leggero ma ha cambi di tonalità molto cantautorali che ben si mescolano tra loro. “Vanità” è la terza canzone di questo album, un bel pezzo in levare dal tono sarcastico e dal tempo serrato che si apre in un ritornello più malinconico. L’effetto è quello di una medicina per cuori affranti, effetto che mi fanno anche le canzoni di Fred Buscaglione (e io adoro Fred Buscaglione...). A un paesaggio simile appartengono anche “Crociera Meraviglia” e “Nel mio vecchio porcile”, quest’ultima ben più sarcastica e precisa nel criticare certi vizi della nostra società descritti in un modo molto sottile. A questo punto, quando penso di aver intuito la dimensione generale del disco, mi imbatto in due brani che ascolterò per tanto tempo perché sono meravigliosi. Il primo è intitolato “Gli amanti”. Il pianoforte strappa il cuore fin dalla prima battuta, al resto ci pensa una voce matura, una capacità di scrittura fuori dal comune, e quel momento in cui la tonalità della canzone va in minore. L’effetto gentile della chitarra è consolatorio. Io credo che molti cantautori vorrebbero scrivere una canzone di questo calibro. L’altra canzone di cui parlavo è “Tra l’altro”: in un certo senso è la sorella de “Gli amanti”. Lo stato d’animo (mi sembra) simile. La vocalità di Carlo Valente raggiunge il suo culmine in canzoni come questa. Struggente il motivo di pianoforte che entra dopo qualche coppia di versi. L’ottava traccia, “La trattativa di Sandro-Marina”, è un geniale componimento in levare dal testo affilato e pregno di rivincita verso una situazione sentimentale forse un po’ in difficoltà. E’ “Canzone moschina” la traccia che ha l’ingrato compito di chiudere questo disco e soddisfare un ascoltatore che vorrebbe si continuasse ancora. Come il dolce alla fine di una cena, questa canzone ha un sapore diverso dalle altre: una chitarra elettrica graffiante dall’assolo sguaiato e un po’ sghembo e un bel ritornello che lascia spazio una promessa: “ti starò sempre vicino”. Carlo Valente, ma davvero hai solo 27 anni? Complimenti. (Davide Borella)