ANGELICA SAUPREL SCUTTI  "Niagara rendez-vous"
   (2017 )

''Niagara rendez-vous'' di Angelica Sauprel Scutti, in lizza per il Premio Tenco 2017, dimostra una personalità decisa fin dalla prima battuta di ''Dialogo al buio''. Una canzone di grande stile che crea un bellissimo spazio in cui è divertente perdersi. Le parole e la capacità di descrivere gli stati d’animo non sono da meno. ''Anasyrma'' è pregna di nostalgia eppure dotata di una certa forza. Ci sono dei bei contrasti tra l’andamento strumentale, malinconico e dolce, e il testo caratterizzato da uno stile più livido. Raffinati e ironici al punto giusto i cambi di tempo. Decisamente sotterranea ''Ritratto di una suicida'': l’insolito punto di vista di una persona creduta morta o morta per davvero. Mi piace la fila di aggettivi tenuta su una singola nota e al contempo mi spaventa il soggetto della traccia. ''Un’operazione dell’anima'' viene introdotta da una piacevole tromba. Il corpo della canzone è compatto e la melodia fa subito amicizia con chi l’ascolta. Lo stato d’animo è quello di una persona indecisa eppure serena: “Non so se faccio bene a stare in questo posto però ci sto lo stesso”. Per quanto indecisa, sicuramente ha le idee più chiare di persone come me in questo momento storico! ''Tra di noi'' è ritmica, sottesa dalle note di un pianoforte che rincorre una storia che ha fretta di essere scritta. La batteria è spazzolata bene e scandisce i fotogrammi di un piccolo film. Il timbro vocale di Angelica trova la sua massima espressione nello stacco di questa traccia: ne emerge tutta la dolcezza. ''Exagérés'' è una canzone dedicata a Parigi, al ’68, alle rivolte in strada in contrapposizione alla gente “normale”. Una canzone dal ritmo molto intrigante e notturno. Forse un po’ prevedibile l’uso della fisarmonica che comunque crea un buon effetto complessivo. ''I vestiti, via!'' ha un andamento melodico maturo e riflessivo, anche in questo episodio è lo stacco a stupirmi maggiormente. Ingegnosi i cambi di tonalità, mettono in evidenza la capacità di scrittura di Angelica. ''55 parole'' è isterica e folle: infatti è la mia preferita. Sono contento di aver conosciuto questa canzone. E’ la più bella di questo lavoro, la più libera sia da un punto di vista vocale che da quello strumentale. Degni di nota i campionamenti, rendono la canzone più visiva. ''Contronatura'' ci riporta su un binario più classico, mi piace molto la linea di basso e il modo di tessere una trama che sembra quasi improvvisata. C’è qualcosa dell’ultima Nada in Angelica. ''Plenilunio'' ha un ritmo soffuso e notturno. Ricorda il tempo dell’onda e della risacca. E’ un brano evocativo grazie anche a una bellissima parte di contrabbasso, strumento ideale per descrivere un movimento fluido. Oltre al testo mi colpisce il motivo del pianoforte che si ripete. Davvero un gran bel pezzo, che interroga chi l’ascolta mettendolo davanti ai suoi pensieri più segreti. ''Mille anime'' evoca un paesaggio malinconico ma ritmato. Torna la fisarmonica. “Mi accorgo che i turni di giorni non mi piacciono…”: geniale! Molto filmica ''Noir comme le ciel''. La canzone, nonostante il titolo, la trovo luminosa, vitale, e interessante da un punto di vista ritmico. Organo e chitarra elettrica fanno l’amore molto bene. ''L’assoluzione dell’asfalto'' è uno sfogo, fatto di parole buie e un tono pregno d’angoscia: “il corpo ha superato il parapetto, chissà se hai sofferto...”. Livida la descrizione di un corpo che, a quanto pare, è trapassato in seguito a un incidente. ''L’ultimo spettacolo'' arriva come un raggio di luce dopo una notte tempestosa. Soffice, delicata… la definirei un audio-abbraccio che mi fa sentire meglio. Interessante la sovra-incisione delle voci all’unisono (elemento che avrei usato di più, visto il risultato emozionante). ''Five second glance (Je me souviens d'une selle de cinéma ici...)'' è la canzone che fa capire che questo lungo viaggio sta per fare una sosta. Sono le note che sanno strappare il cuore, sempre quelle note ripetute di cui faccio subito dipendenza. Penso piacerebbe molto anche ad Andrea Chimenti che un tempo conobbi… L’ultima traccia di ''Rendez-vous Niagara'' è ''La lettera di Greta'', una piacevole conclusione riflessiva per pianoforte e voce. Il testo recitato non è mai eccessivamente teatrale, è molto intimo e purtroppo dura solo tre minuti e venti. In conclusione, siamo di fronte ad un lavoro maturo, e, come detto, ad una personalità decisa, quella di un'ottima artista, definita da Franco Battiato, non a caso, ''un autentico talento musicale''. (Davide Borella)