LA DIFFERENZA  "Il tempo non (d)esiste"
   (2017 )

È uscito da poco "Il tempo non (d)esiste", quinto album della band abruzzese La Differenza, composto da 11 brani di cui 10 cover, in tandem con artisti importanti (il più delle volte l'autore del brano) più un solo inedito, “Molecolare”. Il primo episodio si intitola ''Tira a campare'', noto pezzo dalla sonorità pop con qualche strizzatina d'occhio al rock. Tutto è curatussimo, dal suono dei singoli strumenti (armonica di Bennato compresa) alle voci. Il brano fila via liscio e fa viaggiare con la fantasia in una dimensione molto anni '90. ''Trappole'' ha un ritmo ben più deciso. Bella davvero la linea vocale, intrigante l'arpeggio di chitarra. Il ritornello è uno di quei ritornelli che fa il suo dovere, cioè fa venire voglia di cantarlo. Forse questo è anche merito del particolare colore timbrico di Eugenio Finardi, autore del brano. ''Sole Spento'' ha un ospite decisamente rock, l'autore Omar Pedrini. La traccia, devo essere sincero, non è l'episodio migliore, si tratta di una rielaborazione in tempo levare della già famosa canzone (la preferivo nella sua forma originale). È una di quelle situazioni che non capisco a pieno perché non aggiunge nulla di nuovo al brano. Comunque è sempre emozionante la voce del Pedrini. L'inedito ''Molecolare'' è una classica canzone rock che parla di rapporti distanti in cui non ci si trova, pregna di angoscia ben sottolineata nello stacco. ''Io ti cercherò'' l'ho consumata. L'ho ascoltata per due settimane di fila. È un esempio di canzone ben riuscita: testo poetico, bell'arrangiamento, bel mixaggio e arpeggio di chitarra strappa lacrime. Ma il ritornello è grintoso e la voce di Ron fa venire la pelle d'oca, specie nel cambio di tonalità. ''Fortuna che non era niente'' si apre con la chitarra e la voce di Alex Britti e ci si sente a casa. Almeno per chi come me adora lo stile musicale di Britti, sempre vicino al blues. Il brano è una canzone d'amore e dà una bella sensazione a chi l'ascolta. Forse il ritornello ha il difetto di far sparire quasi completamente la chitarra elettrica che è la forza del pezzo. ''Non sarò mai quello che vuoi'', storico brano degli Skiantos di Freak Antoni, è un'altra traccia pop-rock ben arrangiata ma un po' troppo pulita nel mixaggio complessivo. ''Se mi vuoi'', con Tony Cicco (batterista e cantante della storica Formula Tre), è interessante per la dimensione che crea, molto ampia, sospesa e onirica. Il ritornello è grintoso e ha una bella struttura e completa benissimo la delicatezza della strofa. ''Oh oh oh'', originariamente di Faust'o ma stavolta cantata con Alberto Fortis, è un episodio più ironico rispetto a quelli incontrati fino a questo punto. Il ritornello diverte e rimane in testa. Mi piacciono le strutture semplici, sono le più efficaci. ''E' Tardi'' è la canzone di questo album che più fa viaggiare la mente. Bello il ritmo, e la presenza di Garbo dalla seconda strofa emoziona. Molto piacevole, e viene voglia di ascoltarla più volte. ''Le Louvre'' chiude questo album denso e descrittivo. L'ultimo grande ospite è l'autore del brano ed uno dei parolieri migliori che abbiamo in Italia: Enrico Ruggeri. Un brano molto profondo, con un arrangiamento curato e delicato. Bella la parte degli archi. Consiglio questo disco a tutti gli amanti dei prodotti molto curati con tutte quelle patinature che caratterizzano i lavori pop-rock italiani. (Davide Borella)