DANIELE ISOLA  "Animali urbani"
   (2017 )

È uscito da poco per Radio Coop l’ultimo disco del cantautore lombardo Daniele Isola intitolato “Animali Urbani”. “Piano 24” è il brano che apre questo lavoro. Una serie di battute ritmiche urbane ed essenziali che trovano una piacevole ampiezza in un ritornello ben più luminoso rispetto alla strofa. Le note di tastiera sottendono tutta la canzone, mentre si alternano descrizioni di una vita quotidiana che non sembra essere poi così entusiasmante. Il contrasto tra la disillusione del testo e l’allegria del ritornello mi piace. “Nella mia natura“ ha un tono autocritico e sarcastico. Parla di abitudini anche piuttosto strambe e per questo divertenti. Ascoltando questo pezzo penso a certe descrizioni ispirate di Dente. Molto piacevole l’arrangiamento musicale della canzone, sempre minimalista ed efficace. “Inchiostro” è molto materica, un po’ mi ricorda le ambientazioni di Bugo nel disco “Dal lo sei al ci fai”. Ben diverso il discorso riguardante la parte vocale. Daniele Isola ha un timbro che trovo molto personale e carismatico senza cercare di esserlo. Indubbiamente una qualità che vorrebbero in molti. “29 agosto” è una traccia molto più nostalgica, rispetto agli episodi precedenti. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una strofa piuttosto grigia e ad un ritornello liberatorio che decolla a bordo del suo piacevole effetto eco. Bello anche il testo, ricco di immagini un po’ livide ma consolatorie. “Piovono” ha un tempo lento e pigro, forse Daniele Isola descrive lo stupore ''alcolico'' che è capace di creare la persona che si ama. L’amore come uno stato illogico che il protagonista di questo pezzo accetta con una piacevole rassegnazione. “In un’ora” ha una struttura semplice e lineare, la tastiera e la batteria accompagnano in modo uniforme la voce calda di Daniele Isola, il quale non chiede poi molto… solo un’ora con la sua metà, tra le sue braccia. Bellissima la presenza delicata e femminile della cantautrice Verano. Ad enfatizzare la dimensione romantica il riverbero sapientemente usato nella parte finale del brano. “Avida” ha un colore completamente diverso: è più urbana, indaffarata e, sebbene sia a momenti nostalgica, non cede allo sconforto. Una canzone che dipinge un protagonista solo ma che non soffre minimamente del suo stato. Ben strutturato il breve ritornello, che rimane in testa fin dal primo ascolto. “Bolle di sapone” parla di istanti colorati, come un arcobaleno. Quanto mi piace questo pezzo: è semplice, minimalista, e trovo originale cercare di descrivere la vita di una bolla di sapone e di tutti i sogni che contiene. Piacevole l’arrangiamento che dimostra un ottimo lavoro di mixaggio e mastering. “Bolle di sapone”, se non l’avete capito, è la canzone che preferisco di questo album. E arriviamo così alla fine di questo lavoro con il brano intitolato “Supereroi”: ha una dimensione molto ampia sia nell’andamento melodico che nel testo e nella scelta delle parole. Una canzone malinconica che fa un po’ male… ma se lo fa è perché riesce ad arrivare nell’intimità di chi l’ascolta. Mi è piaciuto, questo disco, perché si intona alla perfezione con quello che vedo adesso dalla mia finestra: Venezia in ottobre al tramonto con un po’ di nebbia. (Davide Borella)