FM ATTACK  "Stellar"
   (2017 )

E poi capita di prendere la macchina del tempo e tornare indietro, ai primi anni '80. Loro sono canadesi, sono al terzo album, e probabilmente hanno avuto genitori, o sempre grati a chiunque sia stato, che li hanno fatti crescere a pane e musica synth dell’epoca. “Stellar” è un curiosissimo Bignami di tante cose, tutte riconducibili a quello che poteva passare in radio nel 1982, per intenderci, ma senza esagerazioni, senza banalizzazioni, insomma avete capito. Ci sono cose che paiono uscite dalla italo dance più classica (“Images of you”, ma chi è, il fratello maggiore di Gazebo?), o altre che ricordano certi minimalismi dei – non mi fulminate – Cure: “Inner space”, per farvi capire, non sarebbe stato male in “Seventeen seconds”, se solo Robert Smith si fosse alzato, in uno di quei giorni, con la luna meno storta. Insomma, una specie di disco-new wave di oltre 30 anni dopo, senza eccedere con la ricerca del vintage (insomma, ora si può fare musica senza le Casio come facevano ai tempi) ma lasciando quasi del tutto l’attualità fuori dal disco. E, a provare ad ascoltarlo senza sapere che è roba del 2017, a qualcuno potrebbe sorgere il dubbio: ma sono delle ottime b-sides dei Depeche Mode di “A broken frame”? E’ Phil Oakey con meno mascara? Il problema, come quello di tutti i prodotti come questo, rimane uno: a chi andrà? Potranno i teenagers attuali capirlo? Potranno gli –anta di oggi rientrare in quelle nostalgie malinconiche? Chissà. Però merita, eccome. E non c’è nemmeno bisogno di spalline. (Enrico Faggiano)