MIKE MESSINA  "Intorno a me"
   (2017 )

Cosa succede ad una persona se s’accorge che i suoi bravi contorni sono, di colpo, minati da incalzanti contemplazioni e nuove riletture di vita? Succede che si possa diventare cantautori per caso, inconsapevoli story-teller che, grazie alle rinnovate riflessioni, ne capiscono l’importanza e le riversano in 13 gustose zollette narrative in tradizione italica. Tanto è accaduto al palermitano Mike Messina, che mai si sarebbe immaginato che “Intorno a me” potesse germogliargli in testa senza la minima intenzionalità originaria. Ci sta la casualità, come pure la fortuità del predestinato, ma se poi tutto fosse stato lasciato al caso, non credo che sarebbe uscito cotanto debutto di classe. Invece, Messina ha dato tanto peso ai contenuti con bonaria strategia, attirando l’attenzione con ricercate ricette di pop, cucinate in salsa elettronica, e con l’aneddotica testuale guarnita di traboccanti pensieri, occasionali e non, ed anche negli eventi che, in apparenza, possono apparire insignificanti rivelano, invece, aspetti importanti se sviscerati con saggio discernimento. In mancanza di un percorso simile è piuttosto eloquente il vero fulcro tematico dell’album, ovvero “L’uomo a pezzi”, in quanto i suoi componenti non sono più concreti e reali ma piuttosto ridotti a brandelli inzuppati di artificiosità. Visioni perspicaci, acume riflessivo e sismi d’anima saltano all’orecchio nella gamma proposta dal Nostro, la cui vocalità non dista molto da Battiato in “Apertamente immeritato” e “Perle (nei mari)”, con tappeti di estraniante elettronica, che ricordano Rosario Di Bella, nelle splendide “Tutto ok” e “Ammissione di responsabilità”: soavi venticelli ritmici con refoli di godibile leggerezza. Per il singolo “Martina” Mike stende tutto su sentieri synth-pop con bella matrice cantautorale. Ma nessuno si faccia illusioni: la rivelazione improvvisa sulle scelte mancate, potenzialmente portatrici sane di differenti svolte di vita, è dubbio virale che attanaglia la razza umana minimamente pensante. Al traguardo dell’album si intravede più ottimismo: “Ben o male” ha impasti d’elettronica e sussurri di prog, che ne fanno un episodio personale e distinguibile. Un disco che nasce contro la propria volonta non è roba da tutti i giorni: “Intorno a me” è un dossier che l’anima di Mike gli ha dettato con benefica nequizia, per setacciarla con urgenza al fine di ricavarne una qualitativa farina vitale. (Max Casali)