SEXTILE  "Albeit living"
   (2018 )

A due anni di distanza dal loro debutto discografico, i losangelini Sextile sono tornati con “Albeit Living” (Felte Records), nuovo full lenght di dieci tracce e meno di mezz’ora di durata, con i brani che quasi sempre non superano i tre minuti. I Sextile, rispetto a “A Thousand Hands”, hanno scelto di curare maggiormente la scrittura, dipingendo l’assurdità del mondo moderno in brani dall’impostazione punk, ma anche carichi di sfumature, come la presenza del synth dimostra. Le ambientazioni sono scure come nell’album di debutto, la tensione superficiale dell’opener e l’aria elettrica crea suggestioni post punk in apertura, mentre in “Who Killed Sex” e “Ripped” compaiono addirittura tracce di early industrial, sospese fra percussioni pesanti e synth ipnotici. L’eterogeneità dei pezzi è ben rappresentata dall’anima danzereccia di “Floored” e “Situation”, mentre richiami industrial contaminati di post punk riappaiono in “Mental”, impreziosita dalla tipica voce roca e graffiata di Brady Keehn. A metà c’è “Sterilized”,il brano più riuscito del lotto, con un’insolita commistione di rock and roll e surf punk. Il finale ancora a tinte fosche e cariche di elettronica con “Das Cat” e “AVC”, separate dalle melodie accattivanti di “Crisis”. I Sextile realizzano un altro lavoro pienamente convincente: la scelta di unire generi e influenze diverse ha pagato, perché gli accostamenti non sembrano mai forzati o stridenti e il disco scorre fluido e imprevedibile per tutta la sua durata. (Piergiuseppe Lippolis)