SINTESI DEL VIAGGIO DI ES  "Il sole alle spalle"
   (2018 )

Dalla formazione dei Sithonia, storica band sulla scena prog italiana degli anni '80 e '90, tre membri decidono di fondare il progetto Sintesi del Viaggio di Es, che mantiene alcune delle caratteristiche folk del gruppo di origine all'interno dell'album "Il sole alle spalle". Più brani contengono inserti di flauto traverso e di tin whistle, marcando il lato bucolico dell'atmosfera (che si manifesta soprattutto ne "L'illusione"). Nei testi spesso compaiono suggestioni paesaggistiche: aria ferma, strade polverose, nebbia e foschia, addirittura un'allegorica lunga scala in "Sabbia (tra le mani)"; forse sono i vagabondaggi non controllabili di questo Es, nome che Freud diede alla parte di noi che chiamiamo istinto. In più canzoni viene evocata "un'altra parte", che in "Altra idea" il protagonista afferma di non voler affrontare; però poi, in "Ritornano stanotte", l'altra parte si ripresenta come un'ombra che colpisce di nascosto, e ti richiama. E allora affrontiamola direttamente, "L'altra parte buia", pezzo centrale nell'album. "Scendono i misteri tra le ali della notte": il concetto è affascinante, ricorda tanto la faccia scura della luna dei Pink Floyd, ma qui si approfondisce il lato psicologico anziché psichedelico. La scrittura generale dei testi è migliorabile dal punto di vista formale nelle fasi narrative, mentre è più efficace quando si fa descrittiva (vedi verso la fine). Il brano ospita all'inizio un inciso parecchio efficace su due soli accordi, che arrivano in modo inaspettato rispetto alla strofa precedente. L'assolo di synth square viene affiancato dal tin whistle sopracitato, e verso il finale arriva un caldo suono d'hammond. La predominanza degli archi di tastiera rende "Il patto non scritto" la canzone più vintage, un pezzo con parti all'unisono (come nell'introduzione dell'Lp), bastone della pioggia e cambio in shuffle rock nel refrain. Creatività felice nella lunga suite finale "Il sole alle spalle + coda Lei", tra parti con assolo di chitarra su fondo armonico epico, parti in 5/4 e in 7/4, zone pianistiche e chiuse strane di basso e batteria e un testo che mischia le fasi spaziotemporali: "Una giornata stanca svuota la mente, mi sento lontano; l'unica calma sei tu, ma sei distante, rinchiusa nel bunker (...) La confusione e l'incertezza chiamano tenebre, tu hai lo scettro, cado nel nulla ma mi ripeti che non hai tempo". Durante i 15 minuti del brano, il sole si sposta: dapprima è alle spalle del protagonista e fa vedere il viso di lei, mentre poi lo nasconde in controluce, e a fine brano compare la chitarra acustica che era presente anche nell'introduzione "Intro + Segnali". Come da tradizione prog, quindi, si delinea una circolarità nell'album. Anche se non si percepisce un vero e proprio concept che si sviluppi in verticale, un filo rosso lega orizzontalmente tutti i brani; è impossibile da mantenere lineare, poiché si tratta delle visioni dell'Es, quindi l'opposto della razionalità. Le canzoni dunque si presentano come una collezione di sogni ad occhi aperti. (Gilberto Ongaro)