PARA  "Paraphon"
   (2018 )

Elena Kakaliagou (voce e corno francese), Ingrid Schmoliner (piano) e Tomas Stempkowski (contrabbasso) sono i Para, un trio austro-greco attivo dall’alba di questa decade e giunto al terzo album, appena uscito per la label Freifeld Tonträger. Dopo “Para-ligo” del 2012 e “Paraphore” del 2014, i tre stavolta hanno deciso di registrare un concerto al Kaleidophon Festival di Ulrichsberg (Austria). Il live (e quindi il disco) dura circa un’ora: i pezzi sono sette ma di durata compresa fra i sette e i nove minuti, fatta eccezione per il secondo, che supera di poco i cinque. “Karpaten” inaugura “Paraphon” con suoni percussivi e stridori in un sottofondo lineare e denso, mentre “Kanìs Den Ìxere Pou Pài” presenta un’impostazione più minimale. Il percorso di “Aupa” trasuda una certa inquietudine, probabilmente dovuta all’incedere incalzante del piano di Ingrid Schmoliner, poi “Ifèstio” recupera ancora soluzioni minimali e tendenze rumoristiche. “Itane Mià Forà” cresce lentamente e crea un flusso sonoro unico, seppure con un ruolo più centrale del corno francese. “Matrjoschka” torna a suggerire atmosfere particolarmente suggestive e oscure, in questo caso grazie al ruolo del contrabbasso, mentre “Glut” è un lento sfumare dopo il fiato nell’intro. “Paraphon” è un disco parecchio complesso, in virtù del suo carattere sperimentale, e di conseguenza adatto tendenzialmente ai musicofili già abituati a certe sonorità o ai precedenti lavori dei Para. (Piergiuseppe Lippolis)