RED MORRIS  "Time"
   (2018 )

Da Brescia arriva Maurizio Parisi, alias Red Morris, un chitarrista che porta con sé solo la propria passione, e suo figlio Alberto al basso. Dopo un album strumentale uscito nel 2015 ("Lady Rose"), nel 2018 Red dà alla luce l'Lp "Time", dove fa capolino anche la voce. L'album contiene 8 lunghi brani, dove protagonista indiscussa è la chitarra solista di Parisi, che detta umore e intenzione dei pezzi. Si mescolano influenze strutturando le composizioni in stile prog, anche se è assente un filo narrativo testuale significativo; ci sono dei testi, ma la musica è sempre in prima linea. Pezzi come "San Sebastian" e soprattutto "Blessed Imelda" presentano una partecipazione importante delle tastiere, ma ci sono anche incontri più ricercati, come la tromba che improvvisa su arpeggi di chitarra effettata con bright chorus. Red Morris ricerca il contrasto all'interno dei singoli pezzi, specie tra parti heavy e deviazioni jazz. Ad esempio "My father" gioca nel primo minuto e mezzo su armonie minori blues con suono pulito, e poi accende la distorsione. La parte cantata invece sta su un'elegante ritmica shuffle battistiana (pensando a "Orgoglio e dignità"). "Transylvania" invece è uno degli esempi più progressive, con l'incipit omoritmico e un hammond che ricorda Le Orme. Qui nel bridge c'è spazio per un dialogo tra padre e figlio, cioè tra chitarra e basso. Nell'album ci sono pochi ritornelli orecchiabili; uno è qui, un refrain corale energico, l'altro è in "Money kills". Comunque, la chitarra solista prende spesso il sopravvento sul cantato, come in "Time". C'è sempre comunque sullo sfondo il blues, che emerge chiaramente in "New York", con una digressione swing che fa spazio a un lungo assolo di tromba; nonostante questo, il pezzo presenta un pesante breakdown con palm muting e batteria che indugia sui crash. Il conclusivo "Opera" concede spazio a suoni simil orchestrali di tastiera, per chiudere con un tono epico, tipico feticcio dei progger. Questo tipo di lavori, a parte gli insaziabili del prog in ogni sua forma, è indirizzato per lo più agli altri chitarristi, che possono trovare ispirazione in una mano esperta. (Gilberto Ongaro)