LUCA ORSINI  "L'ordine delle cose gambere"
   (2018 )

Freschezza, istinto, colore e una bella riscoperta di un cantautorato di qualità: ingredienti che si mescolano vistosi nel nuovo e.p. del bassista ascolano Luca Orsini che, in un certo senso, rottama la vecchia guardia dei soliti noti per ardire ad una nuova speranza: quella di una scrittura specifica, speciale e di carattere. La cinquina di “L’ordine delle cose gambere” tratteggia un quadro dipinto con inchiostro pulito, lindo, che non macchia nemmeno i dubbi dei più esigenti: tanta è la spinta emotiva che fa muovere il progetto, a cominciare dalle profondità marine e relative creature, sua fonte ispirativa principale, con il crostaceo del titolo a simboleggiare la libertà assoluta di procedere in modo distinguibile e personale. “Quello che mi piace” di Luca è che parte con punteggiature blues per volteggiare, in itinere, con matrice folk-pop. “Balla” non è un incitamento gettato a vanvera, ma è tonda coerenza, col piedino pronto a dettare il tempo con spiazzanti cambi ritmici. La terza pietanza è “Villa San Giovanni”, pop-rock condito di tango e venticello country per una godibile narrazione. Si punta molto sul tormentone di “Il punch” per scalare la vetta: un “singolo(so)” che ostenta clima western e vivace ska che stimola attese di mare vacanziero, concedendosi l’anteprima di cantarsela, in giocosa compagnia, a bordo di una piscina collinare, come si gusta nel relativo, frizzante video: ludico nella storyboard ma celato nel rimpianto di un timido, incapace di mostrarsi alla donna che sogna, mentre questa se la diverte con tutti, ignorando i propositi dello spasimante. In coda all’e.p. troviamo la melanconica lullaby “Gioia della zia”, che lascia dialogare un paio di chitarre acustiche in carezzevole fantasia con vocalità dai toni….Fortis. A ragion veduta, “L’ordine delle cose gambere” dilata la galassia cantautorale con la scoperta di un altro pianetino: quello esplorato da Luca Orsini, originale story-teller nonché encomiabile “crostaceo” sociale di iniziative benefiche: senza dubbio, due passi avanti e nessuno indietro. (Max Casali)