MARY LATTIMORE  "Hundreds of days"
   (2018 )

“Hundreds Of Days”, appena uscito per Ghostly International Records, è il nuovo album di Mary Lattimore, prolifica arpista di stanza a Los Angeles giunta alla sua terza fatica discografica in tre anni. L’avevamo conosciuta nel 2016, quando si presentò con “At The Dam”, disco ispirato da un viaggio in auto, la ritroviamo con un lavoro figlio dell’estate trascorsa nella solitudine di un fienile immerso nel verde di San Francisco, nel quale Mary Lattimore ha suonato pressoché tutti gli strumenti, theremin compreso. “Hundreds Of Days” è inaugurato dai suoni liquidi e introspettivi di “It Feels Like Floating”, il cui titolo è davvero eloquente, e poi scorre in maniera lenta ma fluida, con un delizioso cullare ambient e vicino ad alcuni degli sviluppi più moderni del folk, ma impreziosito anche da sottilissimi tappeti elettronici. È così che Mary Lattimore evoca le immagini di un’estate trascorsa sostanzialmente in solitaria e a contatto con la natura: un lavoro molto meditativo, che conosce un solo passaggio non esattamente a fuoco (“Never Saw Him Again”), ma che sa ripartire dall’incedere tondo e morbido di “Hello From The Edge Of The Earth”, per poi tornare a mostrare i muscoli coi suoni più densi di “Baltic Birch” e quelli appena più tenebrosi di “Their Faces Streaked With Light And Filled With Pity”. Chiuso in bellezza da “On The Day You Saw The Dead Whale”, “Hundreds Of Days” si attesta ancora su buonissimi livelli, confermando il talento e l’ispirazione dell’artista californiana. (Piergiuseppe Lippolis)