AMUSEMENT PARKS ON FIRE  "All the new ends"
   (2018 )

In attesa della pubblicazione del nuovo album previsto per fine anno, gli Amusement Parks On Fire, originari di Nottingham e segreto splendidamente custodito dell’indie britannico, continuano a dispensare in pillole la loro trasognata mistura – suadente, docile almeno in apparenza – di dream-pop appena screziato da frammenti di elettricità disturbata, versione aggiornata dell’indomito – in fondo immarcescibile - shoegaze del tempo che fu.

A sei mesi dalla fugace rentrée di “Our Goal To Realise”, sempre per la statunitense Saint Marie Records Michael Feerick & soci iniettano nuova linfa in venti minuti brillanti e forieri di piccoli brividi d’antan, rilasciando le tre tracce di questo “All The New Ends”, delizioso assaggio di novità prossime venture.

Se in apertura la title-track riversa il consueto campionario di introversa slackness in una ballata contrita ed infida, la successiva “Temporal Rise” è uno strumentale à la Flying Saucer Attack che affoga quattro minuti di estatica agonia in una dilatazione psych-ambient-noise pervasa da una tenue melodia bucolica.

Ma il pezzo forte – colpo magistrale e spiazzante – sono i tredici minuti della conclusiva “Infernal Flame”, mid-tempo sbilenco à la DIIV, trionfo di accordi aperti che dilaga in un magma ubriacante di impercettibili variazioni armoniche: sepolti fra brevi stralci testuali in testa ed in coda stanno dieci minuti di scale in continua discesa che indugiano sulla ripetizione mantrica del medesimo giro, un ragionato pastiche che richiama Sonic Youth e Yo La Tengo nella sua graduale corsa verso il precipizio del finale, ingoiato da una ipnotica saturazione della chitarra.

Fulgido esempio di un art-rock in bilico tra elegante autoreferenzialità e tentazioni vagamente sperimentali affogate in un mood sottilmente subdolo. To be continued, tanto per cambiare: con grande curiosità, crescente attenzione, immutata stima. (Manuel Maverna)