TRE TERZI  "Andata e ritorno"
   (2018 )

E’ inevitabile che, nella vita di una cover-band, si avverta, prima o poi, la necessità di scrivere inediti, benché non sia facile resistere al canto delle sirene di acclamatissimi concerti già collaudati e ben rodati di pezzi altrui. Una piccola fetta di notorietà i siciliani Tre Terzi l’hanno costruita dal 2009 proprio così, ma oggi, col secondo disco “Andata e ritorno”, affermiamo candidamente che la scelta di virare su pezzi propri è stata ampiamente centrata. Si tratta di un concept-album ricco di calore, di resistenza, di rappresentazioni genuine, di quadretti autentici, di coraggio verace. Poco meno di un’oretta deputata allo stacco dai problemi, all’evasione leggera ma vigile, alla presa di coscienza che s’insinua tra un’andata e ritorno e tutta la vita che ondeggia dentro e fuori il mare. Il brano del titolo è ben rappresentato anche dalle immagini del videoclip: la resistenza alla routine di un traghettatore che solca tutti i santi giorni il medesimo tratto marino, con dolci chitarre a commentare la bella melodia espressa, con aperture melodiche di tutto rispetto. Il singolo “Chi ci salverà” sprizza grinta rock, mettendo a segno un ottimo episodio con svisate blues che non t’aspetti, ed ancora l’amore per il mare è testimoniato dalla voglia di suonare immersi nell’acqua (sbirciate il video). E poi c’è la lotta, sempre eterna, tra il negativo de “Il Club” ed il positivo di “Respirerò”, che testimonia come la band palermitana sappia guidare il timone esecutivo con scaltrezza e passione: infatti, la prima potrebbe finire nel repertorio dei reggiani Il Nucleo (semmai si riformassero…) e la seconda cavalca contemporaneamente sentieri di Nomadi e strisciate di “Sally” del Blasco. Ma il brano che documenta la vera identità del gruppo è sicuramente “Cambierà”, che ci porta in àmbiti country-style con ludica sorpresa catturandoci per i suoi passaggi di sicuro effetto, e che congloba, al meglio, l’indirizzo stilistico della band. Oppure, “Il battello dei sogni”: delizioso pop-rock che ingolosirebbe gli scozzesi Deacon Blue. All’atto di gustarsi “Il Caffè” ci si diverte con un affabile pop-twist leggero e spensierato. Marcatamente galanti nelle ballads come “Lampare” e “Non sai perché”, i Tre Terzi toccano vertici struggenti con tatto raffinato, mentre l’elastica “Mille rose” lambisce lo stile di Max Gazzè con simpatiche affinità anche vocali. Logico dedurre che la band è in grado di passare con scioltezza da una sponda stilistica all’altra, e non è cosa da poco, visto che sono appena al secondo album. Tout-court: un concept-album sicuramente riuscito e con un suo distinguibile perché, che desterà un certo interesse, se non altro perché la rosa del loro poliedrico pop è sbocciata con qualche petalo attrattivo in più. (Max Casali)