CASINO ROYALE  "Reale"
   (2006 )

Un nome ingombrante il loro, che riporta alla mente i fasti della scena alternativa italiana anni '90. I Casino Royale, sono stati tra le prime band underground a firmare per una major e ad esportare musica in mercati tabu' per produzioni Made in Italy come quello britannico, padre di tutto e figlio di nessuno. Se i primi passi della band rispondevano al London Calling dei Clash e allo ska degli Specials, con il passare del tempo, la loro musica si e' arricchita delle influenze piu' svariate fino a che… 'alla Casino Royale' è divenuto il modo di definire un genere seguito da svariati epigoni italiani, alla ricerca della fonte di un sound, in verita' difficilmente clonabile perche' figlio di tutta una serie di esperienze, incontri, viaggi e tensioni che da sempre rappresentano la matrice del suono e della storia della band, una storia lunga vent'anni, anche se non tutti trascorsi sotto i riflettori. 'Crx', il loro ultimo lavoro, prima di 'Reale', e' datato 1997. Quasi dieci anni di riflessioni, side project, collaborazioni, defezioni dolorose, per ritrovare la vibrazione giusta, rimettere piede in studio e riaccendere una macchina fatta di note, parole e strumenti, di pre-produzioni, studi di registrazione, mixaggi, etichette, di tour e furgoni, di tutto cio' di cui e' fatta la vita di un musicista. Sbattimenti e scariche adrenaliniche. Registrato a Milano alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani e mixato a Londra, da sempre seconda patria della band, 'Reale' vanta la presenza dietro al banco mixer di uno dei personaggi piu' influenti della scena dance ed electro delle ultime due decadi: Howard Bernstein Aka Howie B. Quattro colpi di campana annunciano la linea di basso su cui entra il piano con un ricamo melodico. Poi, soprattutto, la voce: «Chiudo la cerniera / In prospettiva ho la città / Pelle ossa in branchi / In cerca di un’identità». È l’incipit di 'Reale', cd che potrebbe essere un libro, tante sono le storie da raccontare. Questione di città, questione di identità: fin da “Tutto” – primo brano dell'album. Una storia reale. Una storia attesa come tutti i ritorni, “soprattutto quelli di chi in realtà non è mai partito per allontanarsi, ma ha vissuto accanto, con la musica dentro e pure oltre la vita”, come spiega Alioscia: voce, cuore e motore dei Casino Royale. Fin da quando, più o meno vent'anni fa a Milano, decisero di diventare una band scegliendo per nome il titolo di un film della serie di James Bond, che manco a farlo apposta torna pure quello di questi tempi e sotto forma di remake presto nelle sale cinematografiche. Ma questa è un'altra storia.