PAAL NILSSEN-LOVE  "New brazilian funk + New japanese noise"
   (2019 )

Paul Nilssen-Love non è solo un batterista. E’ un compositore instancabile di musica, sperimentale e non. Usa le bacchette e i tamburi come se volesse svegliarli dal torpore rock e pop in cui sono oramai annegati negli ultimi anni. Ci aggiunge un filo di jazz, ed ecco un sound che non è certamente per tutti, ma squisitamente per pochi cultori del genere. Tramite la PNL Records, acronimo della sua etichetta, ha appena rilasciato, ed è proprio il caso di usare quel verbo, due album tratti dalla partecipazione al Roskilde Festival in Danimarca: ''New Brazilian Funk'' e ''New Japanese Noise''. Senza neppure aver letto il nome dell’artista, sin dalla prima nota, avevo già capito che si trattasse di un musicista noise/jazz norvegese. Il loro stile è inconfondibile. Con queste premesse, rimango curioso di sentire tutti e due i dischi nella loro interezza. Quello giapponese mi soddisfa molto, anche se ci trovo poca originalità, portata solo dalla sezione elettronica di Toshiji Mikawa e Kohei Gomi. Due nomi rispettabilissimi in Giappone. In quello brasiliano, l’unico brano che desta davvero il mio interesse è il brano ''Pick a Time'', peraltro il solo ad avere delle tracce di free jazz distese su un accenno di groove tropicale. Senza ombra di dubbio, il ruolo di Paulinho Bicolor, con la cuica (tipico tamburo brasiliano), arrichisce l’esibizione, dando senso al titolo dell’album. Filo conduttore tra i due lavori, oltre a Nilssen-Love, il chitarrista brasiliano Kiko Dinucci. Tuttavia, il titolare del progetto non distingue molto i vari pattern, se non per poche e irrilevanti ghost notes. Mi piacciono molto questi due lavori, ma i titoli fuorviano l’ascoltatore, deludendolo. Forse era proprio questo l’intento? O volevano semplicemente riscrivere quel tipo di musica, slegandola dai limiti geografici? (Matteo Preabianca)