ENDLESS HARMONY  "Home recording"
   (2019 )

Il 2010 è stato l’anno che ha tenuto a battesimo la nascita degli Endless Harmony, quartetto veneto transitato prima nel quasi inevitabile passaggio di suonare cover, ma non per riproporle meccanicamente nei loro live, ma perché hanno sempre fatto in modo di mettersi in mostra con riproposizioni che destassero interesse (e cosi è stato, per esempio, con “Whole lotta love” dei Led Zeppelin) per poi sfociare nell’esigenza di scrivere inediti e racchiuderli nel robusto esordio “Hyperspace” di tre anni fa. Questo “Home recording” è l’altra identità del gruppo, pronta a rimettersi in discussione, tastando sentieri prevalentemente acustici. L’analisi parte dall’inedito “Home is you”, che elargisce un ascolto passionale con tratti malinconici a lambire il dolente, ma, d’altra parte, con una voce cosi, l’italo-domenicana Pamela Perez non teme di certo modulazioni proibitive per tante altre, e può sfoderare eloquenti interpretazioni apicali, soprattutto su tematiche come il cosiddetto “male oscuro” della depressione. In verità, anche “Echoes” non è propriamente una cover, ma una riproposizione del pezzo incluso nel primo album in chiave folk-pop, con belle pennate d’acustica che l’armonizzano con dettagli a stelle e strisce. Invece, le 6 cover si svelano con la trotterellante “Believer”, conservando quell’atipicità strutturale che ha fatto fare il botto mondiale agli Imagine Dragons. Ora, mi chiedo: se i Biffy Clyro non avessero smorzato i toni con il motivetto commerciale “Re-arrange” sarebbero arrivati al grande pubblico? Non serve necessariamente una risposta: prendiamo piacevolmente atto che, invece di 3 bonazzi a petto nudo, stavolta ce la fa riascoltare un combo che l’ha vestita con griffe elegante, studiando molto bene i spartiti dei Big ed onorandoli con dignitosissima analisi. Con “Million Reasons”, si rimane con gli occhi sgranati per la strabiliante rassomiglianza vocale di Pamela con Lady Gaga, alla quale resterebbe solo da applaudire il suo clone; e, giustamente, gli Endless Harmony fan bene a non stravolgere l’essenzialità dell’arrangiamento originale. Se solo arrivasse all’orecchio di miss Germanotta, magari le potrebbe stuzzicare l’idea che Pamela potrebbe tornarle utile, magari per doppiarla negli abbassamenti di voce in sala d’incisione. Sapete del detto: ”Chi ha il pane non ha i denti”, no? Ebbene, se penso che, all’esplosione di Adele con “Skyfall”, scattò la sindrome da palcoscenico per la star planetaria, immagino quante carte false farebbe la Perez per calcarne il più possibile, di palchi, in quanto la sua indole è riassuntiva di grinta, “felinità”, energiche impennate e tecnica dirompente che non può essere ingabbiata solo in studio, ma trova la sua espressione massima on stage; e la cover evidenzia personalismi più marcati, in un involucro d’indubbio fascino. La cadenzata elettricità di “River” fa tracimare quel “fiume” vocale della Endless-singer, dimostrando di non soffrire mai le sfide che contano, e quella che impatta con Bishops “Sarah” Briggs è un incontro di cartello. I titoli di coda scorrono con un episodio dei Nirvana, “Pennyroyal Tea”, incorniciato in pregiati vocalizzi orizzontali e vellutati tocchi di chitarra acustica, con qualche baffetto d’abbellimento. Che sia uno sfizio digressivo o semplicemente il cimentarsi in altra stilizzazione, “Home recording” resta un album colmo di pathos, di brividi emozionali, e risulterà piacevole anche per coloro che credono che nelle cover ci sia poco di personale perché tutto è già scritto. Si ricrederanno. (Max Casali)