DANYRUSSO  "It's me"
   (2019 )

La prolificità non gi manca e nemmeno l'estro riassuntivo di fitte esperienze maturate in musica a vario titolo: polistrumentista,arrangiatore, produttore. Quando si chiama in causa il pesarese Danyrusso, sappiate che abbiamo di fronte un artista autarchico che fa musica vera, sincera e sanguigna. Il terzo album "It's me" è rivelatore del mettersi a nudo in maniera diretta, senza elucubrazioni di sorta: pane al pane, vino al vino, con la schiettezza a far sempre capolino nelle sue liriche. La mappatura dell'album comprende 12 tappe, e se anche voi ci scovate un tesoro sonoro godibile, la missione di Dany è completata, ossia quella di arrivare alla gente con messaggi empatici ed autentici. Al via c'è il tessuto dolce e deciso di "Follow me", con ampie aperture che fan spiccare voli immaginifici, mentre "Mirror" è un toccante episodio con stilizzazione Pink Floydiana, colma di arpeggi cullanti e vocalità più raccolta e confidenziale, lanciata passionalmente nel firmamento. "The scorpion queen" è il singolo di lancio, con granitica intro e strigliate di electric-guitar, e narrazione che suscita più di un'eco ai R.e.m., con il relativo videoclip che colpisce per fascinoso mistero. "King" e "Blue princess" hanno corporatura che si distaccano dall'usualità della tracklist: infatti, le pizzicate autorevoli di archi "elegantizzano" l'insieme, con centrata alchimia. Sarà pura coincidenza ma al prossimo titolo ("Us") mancherebbe solo aggiungere "...and Them", poichè l'andatura slow del brano è similare a quella udita dai Floyd. Nulla di male, per carità: però Dany poteva osare e diversificarla un po' di più. Invece, in "Your prince" il Nostro si mescola tra loops ipnotici e corposità assemblativa, formando un ideale arcobaleno esecutivo, in cui lo stile narrativo di Michael Stipe torna ad aleggiare nelle corde vocali di Dany. Nella cupa e drammatica "Delirium" in chiave gothic, si riscontrano le tante influenze che l'artista ha masticato nei propri ascolti: a mezza via della traccia ci sono echi della Floydiana "Dogs" del loop "...dragged by the stone, stone, stone,stone, stone..."(ricordate?), ma tutto ciò non dispiace affatto. A completare la "sporca dozzina" dell'album tocca alla dolcezza granitica di "Spasibo cowboy". In definitiva, mentre il precedente "Reprise" trasudava di disagio interiore, di trame struggenti, di rimodellare certe storie abbandonate e poi riprese, invece "It's me" è, per Danyrusso, un disco-manifesto del suo agire do-it-yourself, senza franchi tiratori che ronzano attorno, in compagnia solo di sé stesso, col risultato di aver creato nuova musica con rinnovata linfa e rimarcandone la sincerità su tutta la linea, come solo un prode rocker sa fare, e fiero di non ritirarsi mai dalla lotta in quanto le cose che ha ancora da dire sono tante: questo è poco ma sicuro. (Max Casali)