RADIO LAUSBERG  "Terre di mezzo"
   (2019 )

I Radio Lausberg sono un sestetto calabro-lucano, con appena un triennio di attività, ma già capaci di suscitare interesse per motivi non solo musicali ma anche per la lodevole missione di ridare importanza al patrimonio linguistico della terra d’origine, ostentando un “credo” incrollabile, di convincente e schietta intenzionalità. Il primo approccio al pokerino dell’e.p. è “Paraculo Caterì”, che fa presagire un andazzo tradizionalmente saltellante, uno di quelli “zum-pa-pà” (ci siam capiti, no?); ma l’identità poliedrica del corpus assemblativo lo eleva, a ragion veduta, a singolo di punta con un video gustoso, dall’esaltante semplicità: un set allestito in paese, con stacchi sui Nostri e su caratteristi locali, più la preziosa presenza di Erriquez dei Bandabardò (anche in veste di produttore dell’e.p.), a marcarne l’aspetto verace. Una traccia che ha consentito, al combo calabro-lucano, di essere tra i finalisti, nel 2016, di area Sanremo e Musicultura. “Terre di mezzo” ingloba nel suo tessuto vivace una rappresentanza di sonorità folk miscelato in versanti di patchanka, assaporando la ricetta di Giuliano Palma, però arricchendo il condimento di base con innesti particolari di zampogna e fisarmonica. Quest’ultima, in particolare, domina la scena sulla closing-track “Strada dei ricordi”, col suo fedele anelito di mestizia che trasuda nei 200 secondi del pezzo, esprimendo efficacemente il mood nostalgico che si prefigge la band, all’atto di palesare amarcord emozionali. Peccato che l’opera conti appena 4 atti: “Magari”, la presenza di un altro paio di pezzi avrebbe saziato di più il piacere dell’ascolto, però l’interiezione tra virgolette è anche titolo di traccia 3, col suo impasto serrato e molleggiante, sempre nella giusta misura e bilanciata negli strumenti, con vispi tam-tam a delinearne la ritmica accattivante. Impreziosito dalla presenza di ospiti illustri come il chitarrista Rodolfo Mannara, il pianista Adolfo Cuccaro ed il batterista Gabriele Conte, l’esa-band dei Radio Lausberg, con un folk a volte tradizionale, a volte modernizzato, han voluto rimarcare con questo e.p. le proprie radici, con un imprescindibile senso di appartenenza, veicolando sonorità sanguigne e veraci, manifestando un iride sonoro dai molteplici colori. (Max Casali)