RILIEVO  "Amnesia"
   (2019 )

Un background di appena tre anni e sùbito maturi per delineare una matrice stilistica che, nonostante derivativa da un substrato di psyco-rock e cantautorato, mette in luce un’efficace personalità. Tal premessa riguarda il quartetto bresciano dei Rilievo, messo in piedi dai fratelli Alessandro e Matteo Corsini ed integrato, poi, da Roberto Castagnola ed Emanuele Agosti. L’intento del combo è quello di proporre un sound che doni, al contempo, escursioni sospensive e bruschi risvegli in un lago chiuso, circondati da pacatezza sintetica ed inaspettate onde d’urto che s’impattano nel debut-album “Amnesia”, aperto con la semplicità d’impasto di “Abbraccio nucleare”, la cui forza persuasiva delizia tante orecchie che inseguono leggiadria uditiva, mentre le cupe sonorità della titletrack infittiscono il quadretto estraniante che si è vissuto fin qui, che però non rinuncia ad offrire tratte ridestanti. Invece, “Come farò” schiocca un bacio al cantautorato anni ’70, con un motivo che, seppur richiami il Battisti di “Eppur mi son scordato di te”, sa sganciarsi opportunamente presto per tornare a riaffermare la propria identità stilistica. “Gli Dei caduti” ha l’andazzo compassato e mite, con tastiere garbate, chitarre distorte ed un narrato psichedelico. Sicuramente, tra le tracce più raffinate, “Cavallo pazzo” trotterella con arguzia positiva e, quando esplode in fragori di chitarre, hai la certezza che nel cervello dei Rilievo regni una certificata fantasia onirica, mentre “Luna nera” ha la giusta pacca d’alt-rock, per ampliare le competenze d’un combo che sa convergere, con maestria, in altri àmbiti senza chiudersi in pre-confezionati limbi esecutivi. Eppoi, non servono “Miracoli” per creare buone canzoni: per l’occasione, bastano poche pennate acustiche per portare a casa il risultato. Il singolo “Una come te” chiude i giochi, mescolando aspetti ponderativi con turbinio Indie-rock confuso tra gemiti d’anime sofferenti. Insomma, con un campionario etereo di tutto… Rilievo, la band ha stimolato la nostra fantasia, oltrepassando la cortina dei nostri limiti d’osservazione, aiutandoci a raschiare la cataratta visiva, dando più limpidezza e voce ad un immaginario che, razionalmente, non sarebbe emerso. Un album spiazzante, dal fascino eruttivo e dal magma stimolante, del quale non perderemo la memoria: altro che “Amnesia”! (Max Casali)