NIC GONG  "Il segreto delle favole"
   (2019 )

Ha spunti interessanti “Il segreto delle favole”, debutto per (R)esisto di Nicola Bertolini, in arte Nic Gong, cantautore trentino già all’opera nei Too Much Bunnies e nel progetto V.edo, qui all’esordio solista con otto tracce – scritte in tempi diversi nel corso degli anni - di folk ibrido e intelligente, un riuscito connubio tra atmosfere rilassate e sagace indisponenza testuale.

In pratica: parole pesanti veicolate dal contraltare di una musicalità leggera – scarna, a tratti - connotano queste canzoni profonde ma essenziali, ciascuna latrice della sua scomoda verità.

Con la produzione artistica di Michele Guberti ed il mastering di Michele Fusaroli, l’album spicca per personalità e contenuti, capace com’è di affondare e ferire invitando a più di una riflessione attenta sui massimi sistemi. Lo fa con apparente lievità nel ritornello in minore dell’opener “Giostra instabile”, con sdegno nell’accenno di bossanova in “Radio aut”, con risentimento nel bel testo amaro à la Zen Circus (influenza evidente in più occasioni) di “Gente che scappa”, con piglio ruvido nel fuzz incattivito de “L’eremita”.

Altrove addolcisce l’accompagnamento, mai i contenuti: la funerea “Alberi di marmo” dipana il suo dramma su una contrita aria noir à la Sacri Cuori, mentre “Una lanterna per Marì” - fiabesca, spettrale, vagamente allucinata - chiude l’album su uno stralunato tango sbilenco. Premonitore, inquieto, sottilmente minaccioso come tutto il resto di un lavoro che vive di contrasti e chiaroscuri, calato in una caliginosa atmosfera di incombente realismo. (Manuel Maverna)