JESSE MALIN  "Sunset kids"
   (2019 )

“I bambini del tramonto”. Molti artisti, da ogni latitudine, stanno percependo una fase di radicale trasformazione mondiale, e chi nasce adesso si troverà in un mondo che sta finendo, in attesa di quello nuovo, con nuove coordinate. Potrebbe essere un’interpretazione di “Sunset kids”, il titolo del nuovo album del cantautore statunitense Jesse Malin. Nuove 14 canzoni pregne di un suono tutto americano. Degli Stati Uniti veri, vissuti dall’interno, non quelli venduti al resto del mondo, come arroganti guerrafondai, violenti e amanti delle pistole. Qui emerge l’umanità a stelle e strisce, come la scuola di Bruce Springsteen e Neil Young sanno raccontare. Sentimenti impressi nel roots di Malin, che parte da un classico blues rock in “Meet me at the end of the world again”, per far sentire arpeggi morbidi di chitarra elettrica, e un riff melodico carico di feeling in “Room 13”, con il featuring della grande cantautrice Lucinda Williams. Sono canzoni con persone incontrate nella vita vera, riportate in prima persona: “Girl on telephone, she’s asking when I'm coming home”. La malinconia dolce di “When you’re young” è trasportata da pianoforte e chitarra acustica, descrivendo le esplosioni ormonali: “Wake up from your bad dreams (…) You’re burning like a star”. “Chemical heart” è invece un brano allegro e divertito, una sorta di nuova “Walk of life” col tipico organo da baseball. Il testo però è critico: “I don’t wanna be your plastic surgeon”. Ancora calore con una base di chitarre acustiche in “Promises”, con sopra slide elettrici, mentre ancora più evocative sono le parole di “Shining down”: “Keep on shining down on me”. La penna di Jesse sa regalare immagini suggestive, come all’inizio di “Shane”: “They pull you out of your hospital bed, to take you down to the show / and people came from all around to hear thouse songs they know”. “Strangers and thieves” è stata scritta a quattro mani da Malin e Billie Joe Armstrong, voce e chitarra dei Green Day, e si sente la sua presenza, nella costruzione melodica del pezzo. Come “When you’re young”, anche “Revelations” è un pezzo acustico particolarmente caloroso, con le classiche doppie voci che rafforzano il cantato. “Gray skies are so blue” celebra la fuga ed il viaggio: “Gray skies are so blue when I’m far away”. Il midtempo “Do you really wanna know” ha una naturale inclinazione radiofonica, mentre “Friends in Florida” è più introspettiva, suggellata da un assolo espressivo di chitarra finale, fatto di poche note ma tiratissime. “Dead on” riprende la grinta blues rock, in maniera vagamente lisergica, mentre nel commiato finale “My little life” l’autore ci parla a cuore aperto. Mettere in chiusura un pensiero sulla propria piccola vita, sulla propria piccola città, ricorda inevitabilmente la leggendaria chiusura dell’iconico album del Boss “Born in the USA”, cioè “My hometown”. L’atmosfera on the road by night è la stessa, e caccia Malin nell’albo d’oro dei narratori dell’America di oggi. (Gilberto Ongaro)