GIANCARLO FRIGIERI  "I ferri del mestiere"
   (2019 )

Giancarlo Frigieri non ti tradisce mai.

Sai cosa aspettarti da lui: è del mestiere da parecchio, non delude, questo è certo.

“I ferri del mestiere”, su etichetta New Model Label, è un lavoro ricco, perfino opulento nella sua mai stucchevole sovrabbondanza lessicale, ma è soprattutto un album suonato. Diretto e senza fronzoli, raccoglie nove ballate semplici, squadrate, esili nella forma ed essenziali quanto basta a fungere da letto per il fiume di parole che le inonda, racconti di ordinaria amministrazione, storie comuni di gente comune.

Tracce di Guccini, di Alessio Lega e del Van De Sfroos italiano sposano sdegno e un filo di malinconia, amarezza e disincanto fusi in un affollato bestiario di varia umanità, popolato di personaggi coloriti, spesso connotati negativamente, un microcosmo di falliti e reietti, vite qualsiasi con le loro lotte, quasi sempre perse.

In testa ed in coda gli episodi migliori: il bislacco blues in minore di “Bastiglia” col suo sguaiato coro marinaresco ed il piccato risentimento de “L’altra canzone del sole”, lunga digressione in libertà che spalanca finestre sulle molte bassezze ed umane debolezze del popolino bue. In mezzo, la ballatona dylaniana di “Lungomare”, una “Speriamo che sia lei” à la Jeff Tweedy, il ballabile swing di “Abito da sera”, l’arpeggio oscuro che incornicia “Tradimento”. Canzoni lineari che hanno molto da dire, ed è merce rara.

Un cantautore come non ne fanno più: prendere o lasciare, ma la stoffa non si discute. (Manuel Maverna)