SEX PIZZUL  "Anticalcio"
   (2019 )

Nel caso dei Sex Pizzul, il nome che si sono scelti vale già una stima incondizionata. Per l’idea, per il calembour, per il sorriso che ti strappa.

Poi ci sanno anche fare, e non guasta. Si destreggiano come funamboli in un guazzabuglio musicale che impasta e riassembla fino a confondere ed ammaliare, mentre ti domandi cosa esattamente stia andando in scena sotto quelle insegne luminose che attirano gli allocchi.

Nella balera solo apparentemente tamarra di “Anticalcio” per Annibale Records, il trio fiorentino formato da Irene Bavecchi, Francesco D’Elia e Simone Vassallo ripesca ed amplia la medesima fascinazione che sorreggeva l’immaginario dell’esordio “Pedate”, declinando in un altro album a tema sette scanzonati episodi devoti al dio-pallone. Sfacciato e caciarone - mai vacuo, superficiale o vanesio - bilancia una illusoria indole festaiola con testi che fanno di piccole vicende colorite e grottesche altrettante metafore di ordinaria vita extracalcistica.

In un calderone che scioglie con assoluta nonchalance l’elettropop à la OMD di “Mosquito” ed i tropicalismi assortiti a glorificare la “Dribbling” di Piero Umiliani (remiscelata per l’occasione) trovano spazio vestigia sparse di Calibro35, degli ultimi Mano Negra, di Primus edulcorati e di C’Mon Tigre. Il tutto fra derive che lambiscono lande prog (“Knight move”) e divertissement da bar (“Cholito”) in un frenetico pastiche zeppo di frizzi e lazzi, bizzarro helzapoppin’ affatto inelegante.

Voci truccate, filtrate, storte, doppiate, coperte da effetti e ravvivate da boutade vulcaniche a getto continuo definiscono un melting pot di cinematografica vividezza, quasi fosse la colonna sonora di piccoli, fragilissimi film, primus inter pares gli otto minuti e passa di “Remuntada”, celebrazione della rimonta del Liverpool nella finale di Istanbul del 2005.

Peccato (forse) che non sfrutti l’idioma natio, ma va detto che questo frizzante grammelot non soltanto linguistico – memorabile la delirante babele dell’opener “Mounir” - ben si adatta al baraccone di personaggi da circo che “Anticalcio” tratteggia in un divertito corollario di varia umanità. (Manuel Maverna)