MARTA  "Domenica"
   (2019 )

Non si poteva concludere questo decennio senza parlare dell’ukulele. Per chi ci ha fatto caso, lo strumento hawaiano in questi ultimi dieci anni ha moltiplicato la sua presenza nelle nostre frequenze, diventando, il suo, non più un suono “esotico”, bensì ormai completamente integrato nel nostro stile di vita. Ha caratterizzato tantissime pubblicità, specialmente quelle online, e ha contribuito a creare un tipo di proposta artistica “da cameretta”, fatta specie da ragazze e ragazzi che raccontano le proprie storie strimpellando le quattro corde in intimità. La ventitreenne Marta esordisce con questa formula, ma evita di cadere nel prevedibile ritmo in levare à la Kamakawiwo’ole. Il suo Ep “Domenica”, che inizia con la titletrack, dove l’ukulele viene suonato con un ritmo stoppato e armonie di settima, maggiore e minore, dirigendosi in una situazione più raffinata. Sulla quale la voce soul si dispiega con malinconia. “Come te”, simpatica dedica al fratello, è un pezzo più luminoso: “Non ci credo neanche un attimo che assomiglio a te (…) mi sembra infattibile ragionare come due persone mature”. “La festa” invece non sembra presentare l’ukulele, a meno che non sia stato modificato: si sente più il suono di un piano giocattolo, che intesse una ritmica bossa nova che sorregge un racconto sentimentale con l’ironia da commedia britannica: “Ma esci con me giovedì? Ti offrirò un bicchiere di pietà (…) E provo a parlare con un po' di gente, con fare arrabbiato e un poco arrogante, poi tu ti avvicini e mi offri una birra, no scusa io guido e domani ho la sveglia…”. “Sfogo” chiude l’Ep con le paranoie della ragazza: “Io non posso più stare con me, non mi sopporto più, ecco che c'è”, suonando una ritmica pop sincopata. E’ presto per dire qualcosa di approfondito; intanto Marta fa capolino così, con limpidezza, e vediamo cosa succederà. (Gilberto Ongaro)