TERRAMADRE  "Sköll"
   (2020 )

A leggere le note del comunicato stampa della band emiliana dei Terramadre, si realizza sùbito di approcciarsi con un collettivo molto stimato nell’ambiente musicale, visto l’annovero delle svariate collaborazioni con colleghi altisonanti come Luca Colombo (prima chitarra dell’orchestra sanremese), Roberto Gualdi, Ivano Zanotti, Fabio Ferraboschi ecc., orbitanti nella sfera di Bertè, Liga, PFM, Dalla, I Rio e tanti altri. Quindi, per dare il loro apporto, va da sé che personaggi di questo calibro abbiano sicuramente intravisto nel progetto creato da Dimitri Costa, Tommaso Galvani e Paolo Signifredi, aspetti interessanti e qualità palpabile. Dopo l’album eponimo del 2018, rieccoli apparire con l’e.p. “Sköll” che testimonia il desiderio di sbirciare l’orizzonte esistenziale sempre con l’anelito dell’ottimismo: e a quale miglior veicolo si può far ricorso se non alla musica? Ebbene, tra riproposizioni ed inediti, lo short-lenght in questione parte con l’assetto misurato di “Non cambiare mai”, che rispetta l’orecchio con un motivetto leggero, d’ispirazione positiva ed esortante a non trasformarsi mai come un camaleonte qualsiasi del relativo videoclip, mentre “Sette giorni” ironizza sul tran-tran della quotidianità in cui, ormai, ogni giorno della settimana è ingabbiato in inferriate di luoghi comuni senza neanche tentare di rimodularne l’etichetta che gli abbiamo affibiato: ci pensa , almeno, la gioiosa dinamicità sonora a stimolare il morale. La titletrack vede la prestigiosa presenza del producer statunitense Derek Sherinian, col sound che si dipana in un ondeggiato àmbito pop-rock che mette tutti d’accordo, tanto è l’efficace impasto che si gusta di primo acchito, e quindi un bel “Sköll” (brindisi) ci sta a fagiolo. Con “Futuro” si aprono le porte ad angolature malinconiche, nelle quali vibrano archi per affondare vibrati ponderativi con delicati tocchi di pianoforte; e, per chi volesse gustare la traccia solo in chiave strumentale, è disponibile in chiusura. Segue, poi, il romanticismo di “Gocce di rugiada”, per una morbida ballad che ti fa accomodare sopra una nuvola e veleggiare nel cielo della fantasia, che poi (in fondo in fondo) è il probabile, primario intento dei Terramadre: emozionare senza illudere, con tessuti scritturali tesi a forgiare sempre il rosa della vita. Cin-Cin! Ops...“Sköll”! (Max Casali)