TECNOSOSPIRI  "In confidenza"
   (2006 )

Tecnosospiri. Qui di 'tecno' non c'è niente, state tranquilli. Le vostre orecchie stavolta sono preservate da 'unz unz' e similaria. Sospiri invece sì, ce n'è a bizzeffe. Difficile trovare un paragone immediato a questi 4 ragazzi: forse alcune cose dei Baustelle sono parenti di queste canzoni (e non è un caso, visto che il cd è nato grazie alla collaborazione con Amerigo Verardi), per il resto è più facile trovare paragoni calzanti al di fuori delle italiche sponde. Ma, in sintesi, questa musica non ha parenti diretti: ed è un complimento, questo, non da poco. Originale ma immediata, la musica dei Tecnosospiri è sognante, nonostante una matrice rock innegabile, innata e voluta. Musica e testi fluiscono con incedere elegante come poche altre volte ci è stato dato di sentire, soprattutto per una band 'quasi' esordiente. I Tecnosospiri nascono a Formia nel 1999: un demo ("Quarta dimensione"), il loro primo album ("Poi un giorno mi hai assassinato"), che con il singolo "La nostalgia" banchetta in molti airplay importanti. Nel 2001 il videoclip di "Vorrei che rinascessero i miei neuroni", estratto sempre dall’album d’esordio, diventa sigla del programma di RaiDue "Totò: Principe di Danimarca". Poi una lunga pausa, di riflessione e di ricarica, che porta a questo "In confidenza". Come una luce in fondo ad un tunnel. Oltre a riempire le orecchie, queste 11 canzoni riempiono il cuore, allargano le orecchie e la mente, con testi arguti e centrati, che a volte spiazzano ("Se tutto fosse vuoto ed io non fossi un prete, sarei strafatto di purissima anarchia... e invece c'è un monarca dispotico, bastardo, che mi costringe a rudi malinconie..."), ma che a volte ti addolciscono l'intera giornata ("C'è che siamo bidimensionali, siamo egoisti, siamo solidali: sto bene se respiro amore o se ciò che voglio è raggiungibile..."). Se volete rabbia, cercate altrove. Se invece volete dimenticarla, la rabbia, e riconciliarvi con il mondo, se volete incassare la vita ed il suo pullulare di problemi come se fosse la cosa più bella del mondo, questo è il vostro disco. Ed il mio. (Andrea Rossi)