MAX DE WARDENER  "Music for detuned pianos"
   (2020 )

Siete mai stati in una casa vecchia con un pianoforte impolverato, lasciato lì chissà da quanti anni? E provando a suonicchiarlo avete smesso subito, per il disagio causato? Ecco, chiaramente un pianoforte abbandonato si scorda, e anche se uno non si intende di musica, il nostro orecchio occidentale temperato percepisce che qualcosa non va. Leggendo che il nuovo album di Max de Wardener si intitola “Music for detuned pianos” (appena uscito per Village Green Recordings), ci si potrebbe preoccupare. Invece l'opera in questione apre le orecchie a nuove meraviglie. “The sky has a film”, prima traccia, mostra subito le carte, e fa ascoltare le potenzialità della scordatura. “Bismuth dream” ci concede un’atmosfera sospesa col pianoforte accordato. In “Redshift” il pianoforte è modificato diversamente, in post produzione, con reverse e, in certi momenti, togliendo il battito iniziale dei suoni, rendendoli liquidi. Ma “Blueshift” riporta la scordatura, e la fa in diretta: ogni misura inizia accordata, poi le note iniziano a deformarsi. Con “Deranged landscape” le lente note “sbagliate” danno forma ad una landa desolata, mentre in “Color cry” sono più vivaci e brillanti. “Spell” mantiene note accordate in primo piano, utilizzando quelle detuned sullo sfondo, creando un brano introspettivo. “Foxtrot” invece le riporta protagoniste, in un ritmo ternario affascinante. “Star song” è composta inizialmente da impulsi regolari di singole note solitarie, come i bagliori delle stelle nella notte. Poi dei bassi del pianoforte iniziano ad accompagnarle e, gradualmente, sostituirle. “Doppelganger” infine chiude la ricerca sui suoni stonati fra i tasti bianchi e neri, con accoppiate di note che creano un effetto eco. Spulciando nella biografia di Max De Wardener, si scopre che egli è membro della band di Chartwell Dutiro, musicista dello Zimbabwe, nel ruolo di suonatore della mbira, noto lamellofono dall’intonazione molto differente da quella europea. Può essere che quest’esperienza sia stata d’ispirazione, per decidere di portare questa accordatura libera in uno strumento classico per antonomasia, come il pianoforte. Ma è una supposizione. In ogni caso, meglio evitare di giocare con quel pianoforte impolverato nella casa vecchia. Se non siete Max De Wardener, rischiate solo di soffrire. (Gilberto Ongaro)