LINDA RONSTADT  "Hasten down the wind"
   (1976 )

Dopo un periodo di gavetta tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta, la grande popolarità per Linda Ronstadt arriva, a partire dal 1974, con una serie di album prodotti dal fidato Peter Asher con l'apporto di alcuni tra i più richiesti musicisti dell'area californiana dell'epoca.

''Hasten down The Wind'' esce nel 1976, due anni dopo il primo posto di ''Heart Like A Wheel'', ed è un disco esemplare del periodo; come gli altri, risulta un lavoro curatissimo fin dalla copertina, per arrivare al repertorio, scelto con gusto tra classici pop dei decenni precedenti e canzoni, spesso misconosciute, scritte dai migliori esponenti della contemporanea musica d'autore.

L'artista ha ormai totale padronanza delle sue doti interpretative, e la band che la accompagna ha raggiunto un pieno affiatamento: basti ascoltare il singolo da alta classifica, una travolgente versione di ''That'll be the day'' di Buddy Holly. Ma i pezzi forti del disco sono molti altri, come una rallentata versione di ''Crazy'', classico del country portato al successo da Patsy Cline, la dolcissima title track firmata da Warren Zevon (con controcanto di Don Henley degli Eagles), e i due primi riusciti tentativi di Linda come autrice, ''Lo Siento Mi Vida'', quasi completamente in spagnolo, e la drammatica ''Try Me Again''. A dare però l'impronta di eccellenza al disco sono le canzoni di cantautorato al femminile firmate da Tracy Nelson (''Down So Low'') e da Karla Bonoff, perle di cuori infranti e solitudine; su tutte svetta la finale ''Someone To Lay Down Beside Me'', introdotta da poche note al piano ed intepretata da una Ronstadt in stato di grazia.

Linda Ronstadt conferma così di essere una delle voci più amate d'America; negli anni successivi la sua produzione discografica spazierà con successo dal country al jazz, dall'operetta alla musica tradizionale messicana, fino a quando, nel 2013, sarà costretta ad annunciare il suo definitivo ritiro dalle scene per gravi problemi causati dal Morbo di Parkinson. (Andrea Maggiore)