SHE LIKES WINTER  "Bruises"
   (2020 )

A lei piace l’inverno e si sente.

La sensazione avvolgente dei primi fiocchi di neve e le camminate nei boschi spogli sono le prime immagini che la musica dei She Likes Winter richiama.

E mi piace l’idea di questo gruppo di Legnano che si addentra nei boschi dell’alto milanese in cerca d’ispirazione per poi perdersi e sbucare in Irlanda o in Scozia a addirittura in Islanda.

Infatti la loro musica subisce molto le influenze dal dream pop britannico, con le linee di chitarra e basso debitrici alla new wave darkeggiante anni '80 e al post rock fine '90 in aggiunta ai più recenti suoni dell’elettronica e al battito della drum machine.

Poi la voce educata ed elegante di Simona Pasculli fa il resto e, oserei dire, anche la differenza.

Il risultato è un album ricco di brani raffinati e sinuosi, che vi entrano nel cervello con la delicatezza della mano del borseggiatore in metropolitana.

L’uno-due iniziale è di alto livello.

Due brani che gli amanti del genere non potranno non apprezzare.

La grazia di “Asynchronica”, che si libra tra i Cure di “Disintegration” e i Massive Attack di “Mezzanine”, ed il fascino carico di mistero della title track “Bruises”, con una maestosa prova vocale di Simona Pasculli.

Anche il resto dell’album si assesta su buoni livelli.

Da segnalare la sognante “09”, con la coda shoegaze alla Slowdive, il crescendo di “So come closer”, e “Varsavia”, che passa con disinvoltura dal minimalismo post rock alle impennate del scintillante finale.

Interessante anche l’esperimento in italiano di “Giselle”, che lascia presagire possibili cambiamenti di rotta nei programmi della band.

Un disco centrato, che mette in mostra un ensemble con grandi potenzialità, a partire dall’ottima voce passando agli arrangiamenti molto curati di synth e drum machine di Francesco Letteriello, e alla capacità di saper essere essenziali ma incisivi nello stesso tempo della chitarra di Matteo Valsecchi e del basso di Stefano Vietta.

Trovare un’identità ancora più personale deve essere l’imperativo della prossima uscita, magari sfruttando di più la lingua italiana.

E, comunque, questo inverno avete finito per farlo piacere anche a noi. (Lorenzo Montefreddo)