FILIPPO PODERINI  "Moshi moshi pronto pronto"
   (2020 )

E' saggio che un artista proceda col paraocchi, senza ascoltare consigli da parte di personaggi di spicco? Il dibattito è aperto, Eppure, per il trentacinquenne Filippo Poderini è una filosofia abbracciata in toto. Figuriamoci: non tener conto delle dritte impartire da un certo Mogol, è sinonimo di tenacia e sicurezza dei propri mezzi. Ma, avrà fatto bene? Chissà... Intanto una prima valutazione la si può trarre dall'ascolto di "Moshi moshi pronto pronto", che mette a segno 11 rasoterra calciati con minimal-synth e chitarre più o meno borderline, tanto per dare l'idea che non servono chissà quali impalcature per colpire l'orecchio. Dopo aver sepolto l'alias iF L., Filippo raccoglie tutto il background di jazz ed altri stilismi somatizzati in passato, per riversarli in tutto il percorso, mai "Vuoto" di idee, cominciato con efficace indie-pop che scruta con binocolo diverso e strambo, verificabile anche nella duttile semplicità del singolo "Cervia". Giochi di synth masticanti muovono l'assetto di "Ogni tuo difetto", con velature in dispersione cosmica, mentre apre alla nostalgia vintage con "Telefono disco", avvolta in asciuttezza amena, nella quale la testualità ci ricorda l'introduzione del prefisso anche per la propia città, il lento formare dello zero sull'apparecchio e via discorrendo, con finale solenne. Comincio a convincermi che la cocciutaggine di Poderini abbia dato i suoi frutti gustosi, persino nella formula stralunata di "Idiomatik", tanto anomala quanto coraggiosa nel suo narrato filo-rap. Invece, "Migliaia di metri" spinge l'ardire nell'elettronica ipnotizzante, come se Bersani e Fabio Cinti si fossero convertiti al kraut-pop, tra inserti caliginosi e smog salutare, cosi come la strumentale "Elettrolisi". Forza, "Animo", gente! Qui Filippo fa buon uso di loop-station ed e-drum confidenziale per un racconto sussurrante, in linea dei Sigur Ros. Con scarni accordi di Synth, dona poi alla conclusiva "Io so che tu lo sai" sensazioni dark-mantriche, tese a fornire consigli con un certo timore uditivo: un contrapposto necessario per non abbassare mai la guardia in ogni aspetto. Ci ha visto lungo la label umbra La Cura (Battiato ispirò?) a scritturare Filippo Poderini, perché ha capito che, con la caparbietà di certi artisti, te la puoi giocare nel mercato con qualche chance in più. Anzi! Con "Moshi moshi pronto pronto" molte... molte di più. (Max Casali)