MORENO DELSIGNORE FEAT. LUCA SASSI  "Chamber rock"
   (2020 )

Dieci cover acustiche. Dieci canzoni storiche spogliate, e interpretate da Moreno Delsignore, accompagnato alla chitarra da Luca Sassi. L’album “Chamber rock” si apre con uno dei pezzi più coverizzati di sempre, “Enjoy the silence” dei Depeche Mode. Le cose si fanno interessanti con l’arrivo di “Life on Mars” di David Bowie. L’intermezzo orchestrale post ritornello viene fischiettato, così come viene fischiettata la melodia iniziale del synth di “Save a prayer”, dandogli un inatteso aspetto morriconiano. La voce di Moreno sposta di dieci anni il caposaldo anni ‘80 dei Duran Duran, in direzione grunge unplugged. Infatti, deve sentirsi a casa, quando interpreta “Black Hole Sun” dei Soundgarden e “Hunger strike” dei Temple of the Dog. Sassi applica il delay alla chitarra per avviare “Running to stand still” degli U2, e riesce bene a sintetizzare l’arrangiamento di “Riders on the storm” dei Doors, mentre Delsignore, ricreando “Going to California” dei Led Zeppelin, è tanto tentato di imitare la voce di Robert Plant, soprattutto nelle fasi acute. Il glockenspiel sognante di “No surprises”, tradotto in arpeggio di chitarra, rende il capolavoro dei Radiohead ancora più una ninna nanna avvolgente. Per il brano di chiusura si è scelto il delicato “High hopes” dei Pink Floyd, dove Luca traduce sul nylon i drammatici bicordi di pianoforte iniziale, e poi batte sulla cassa della chitarra sul refrain, per ottenere il tuono. Davvero non manca niente, e la voce utilizza quanta aria necessaria a rendere introspettiva l’interpretazione. Un umile e gradevole omaggio al rock, che come suggerisce il titolo della raccolta, in questa veste si presta ad essere “da camera”, analizzato con cura, lontano dalle grida degli stadi. (Gilberto Ongaro)