GUAPPECARTO'  "Sambol - Amore migrante"
   (2020 )

Da Perugia a Parigi, un’allitterazione legata alla storia dei Guappecartò. Nati nel capoluogo umbro come musicisti di strada, vedono la capitale francese nel loro percorso artistico, con la loro musica di ispirazione esteuropea. Li nota Mirjam Sambol Aicardi, figlia di Vladimir Sambol, compositore degli anni ’30 nato a Fiume. E chiede al gruppo di far rivivere le musiche del padre. Nasce così “Sambol - Amore migrante”, un album di nove musiche strumentali, di cui una testimonia il collegamento direttamente con l’artista croato: “Anonimus Fiumanus”, che inizia con l’ascolto di un vinile col brano originale, e poi parte l’interpretazione dei Guappecartò. Ma l’album inizia con l’orecchiabile “Vlado”, un coinvolgente tema di violino e fisarmonica dal finale con cesura (in 4/4 con battuta finale di 2/4), sostenuto da un morbido contrabbasso. “Chance” è un'altra melodia particolarmente graziosa, di fisarmonica e violino, che non fa notare d'essere in 5/4, e poi arriva a fare compagnia il sax. Ma c’è anche una parte più sperimentale, che osa giocare con l’eredità di Sambol. Già in “Tango (Invocazione)” il violino diventa un po’ straniante, mentre in “Amore migrante”, prima di avviare il movimento principale, è presente un’introduzione percussiva su un’armonia stabile, che crea suspense. “Balkanika” apre la zona creativa dell’album: sopra una batteria elaborata che strizza l’occhio alla trip hop, chitarra elettrica e violino sembrano estranei, ed è quella la particolarità del brano. “Sorgen” porta la band in un folk rock acido, che a metà si stabilizza su un pedale (un solo accordo) ipnotizzante. L’apice si raggiunge con “Cvijetak”: aperta da un ticchettio d’orologio, una nota di fisarmonica viene prolungata e sembra provenire dallo strumento fratello, l’organo a canne. Dopo quest’intro sospeso si avvia un 3/4 (valzer) malinconico, ma per poco tempo. Il brano si incanta in un suono elettronico, che ci conduce ad un 6/8 più movimentato. Infine in “Vagabondo pensiero”, un colpo di percussione avvia l'ultima traccia, che riporta sui binari tradizionali. I Guappecartò hanno assorbito una suggestione (e un repertorio) che già era affine alle loro inclinazioni, riportandolo ai giorni nostri con curiosità e allargando ulteriormente i confini della loro musica sconfinata. (Gilberto Ongaro)